CONTE integrale: "Mi manca la panchina. Si vogliono sminuire le nostre vittorie. Pogba può diventare un numero uno. Meglio soldatini che quaquaraquà. Spero di restare a lungo alla Juve. Boato giornalisti al gol del Chelsea, ecco la verità..."
"(Conte annuncia la fine della videochat, ndr). Abbiamo terminato, abbiamo finito. Io vi dico siceramente che avrei continuato per ore a rispondervi, perchè alla fine mi fate parlare di calcio, mi fate parlare di tematiche che non ho potuto affrontare in questi mesi, in cui mi sarebbe piaciuto a volte entrare a gamba tesa su qualcuno e purtroppo non l'ho potuto fare, perchè abbiamo sempre rispettato i regolamenti e i regolamenti vanno rispettati. Sono contento di essere tornato a parlare con voi, perchè come ho detto prima, assieme alla società, assieme alla mia famiglia, siete stati quelli più vicini, in un momento non facile a livello umano, a livello umano non facile. Ringrazio perchè vedere tantissimo amore che c'è in Italia e anche soprattutto all'estero, perchè vedere anche delle domande che sono arrivate dall'Indonesia...quindi siamo veramente seguitissimi, o dalla Cina e da tutte le parti del mondo, questo ci deve riempire ancora di più di responsabilità, perchè abbiamo tantissimi tifosi dappertutto. Io vi saluto con un grandissimo e caloroso abbraccio. Sempre uniti, sempre insieme e forza Juve!".
Ci sarà un'antagonista tra Inter, Napoli, Fiorentina e Lazio?
"Ne mancano due qui: mancano Milan e Roma. tutte squadre - Inter, Napoli, Fiorentina, Lazio, Milan e Roma - attrezzate. La Fiorentina è un'outsider. A una testata giornalistica che mi chiedeva la rivelazione di quest'anno, io avevo detto la Fiorentina. Magari è fortuna, o forse ne capisco qualcosa. Noi dobbiamo continuare a guardare a noi e non guardare gli altri, perchè è la cosa più importante".
Credete di poter fare la finale di Champions? Se poteste scegliere, contro quale squadra preferiresti giocare in finale?
"Partendo dal presupposto che io non abbia parlato in questi mesi, ricordo a tutti da dove arriviamo e non mi piace ribadirlo più di tanto, perchè dovrebbe essere un concetto chiaro e al tifoso deve diventare un concetto chiaro. Il tifoso non deve fare solo il tifoso, ma bisogna anche pensare al passatom da dove arriviamo e quello che stiamo facendo. Io dico sempre che c'è una squadra da percorrere: noi abbiamo utilizzato in questi 13 mesi una scorciatoia fatta di lavoro, di determinazione, di passione, di intensità, di lacrime, e questa scorciatoia ci ha portato a vincere lo Scudetto. Una cosa inimmaginabile, impensabile, insospettabile, da parte di tutti. E lo abbiamo fatto in pochissimo tempo utilizzando queste scorciatoie. Adesso siamo tornati in Champions, ma non bisogna mai dimenticare che c'è una strada da percorrere, allora se io sento dire da Mancini che il Manchester City ha bisogno di dieci anni per vincere la Champions, con tutti gli investimenti che fanno, se sento dire da Ancelotti che al Paris Saint Germain servono cinque anni per vincere la Champions e vedo che investono centinaia e centinaia di milioni, allora io dico: alla Juventus, se andiamo in base alla proporzione degli investimenti, in questo momento di grandissima difficoltà per il calcio, penso allora che non la vinceremo mai. Ma siccome il calcio non è fatto esclusivamente di soldi, allora io dico che dobbiamo lavorare, che dobbiamo continuare su questa strada, sapendo che abbiamo intrapreso un percorso che non è facilissimo quello della Champions. Siamo imbattuti, abbiamo da giocarci le nostre gare; e mi è piaciuto molto quello che ha detto Buffon, abbiamo il destino nelle nostre mani: se saremo bravi, andremo avanti, altrimenti andremo in Europa League, se saremo bravi ad entrare in Europa League. In caso contrario, ci rimarranno il campionato e la Coppa Italia. Io parto dal presupposto che dovremmo essere sempre bravi a conquistarci quel qualcosa: se saremo bravi, andremo avanti, altrimenti nessuno si deve fasciare la testa, si deve capire che c'è un percorso da fare. Noi - parlo di me, dei calciatori, della società e del presidente, abbiamo voglia di riportare la Juventus ai massimi livelli. Come? Tramite il lavoro. Però serve pazienza, non bisogna farsi prendere dalla frenesia e soprattutto parlo con i tifosi: già l'impazienza c'è da parte degli altri, se comincia ad esserci anche da parte dei nostri tifosi diventa un grande grande problema. Quando c'è impazienza da parte dei nostri tifosi, dico: 'guardatevi dietro e sorridete".
Mister, dicono soldatini ai nostri ragazzi, ma quali sono i valori umani che devono avere i calciatori della Juventus?
"Partiamo dal presupposto che a me è piaciuto molto quello che ha detto Bonucci, quando si parla di soldatini qui si parla di professionisti. Quando io parlo di professionalità e di professionismo in altri campi, io per primo e i calciatori dobbiamo essere professionisti nel nostro lavoro. Noi chiediamo professionalità, chiediamo ai nostri ragazzi di essere professionisti. Debbo dire in tutta onestà che quando andiamo a prendere un calciatore, quando decidiamo di investire - anche perchè oggi non possiamo permetterci di fare investimenti sbagliati - le cose che andiamo a vedere, oltre alle cose dal punto di vista tecnico-tattico, chiediamo se il calciatore ha dei requisiti umani importanti. Perchè nei momenti di difficoltà - e di momenti di difficoltà ce ne sono tanti durante l'annata - il calciatore viene sempre in secondo piano ed emerge sempre l'uomo. Se noi abbiamo una squadra fatta di uomini, allora vinciamo, così come è successo l'anno scorso, così come ci auguriamo possa succedere anche quest'anno. Quando invece dietro l'uomo c'è un quaquaraquà, un uomo di poca cosa, allora sono i primi che ti fanno affondare, quindi preferiamo lasciare questi giocatori agli altri".
Mister, cosa pensa del trattamento che i media hanno nei nostri confronti? Gli errori pro Juve esaltati e gli altri nulla...
"Mi sembra di aver risposto in maniera esauriente in precedenza, quindi non mi sembra il caso di caricaricare eccessivamente, anche perchè ho già caricato".
Hai dimostrato fiducia in Giovinco: quali caratteristiche ha e quali deve ancora esprimere?
"Io penso che in questi quindi mesi di aver dimostrato in tutti i miei calciatori. Giovinco è un calciatore che è nato nel settore giovanile, così come Marchisio e De Ceglie, ed è bellissimo che lui giochi nella propria squadra, nella squadra in cui è nato; così come il Barcellona ha la cantera, noi ci auguriamo con questo nuovo progetto di portare più giocatori possibili del settore giovanile nella prima squadra. E' inevitabile che devono essere bravi come Marchisio, De Ceglie e Giovinco, non è che possiamo portare in prima squadra delle pippe. Questo è un avvertimento per i ragazzi del settore giovanile: siamo pronti, aperti. Giovinco penso sia un calciatore che rispetto agli attaccanti....ripeto, per me gli attaccanti sono tutti degli ottimi giocatori, hanno tutti delle qualità e della caratteristiche diverse. Giovinco rispetto agli altri, ha sicuramente più facilità nell'uno contro uno, è un giocatore che comunque determina con degli assist, può prendere dei rigori perchè fa l'uno contro uno in area, punizioni, è un giocatore che ha dimostrato lo scorso anno con i dieci gol e anche quest'anno - perchè non dimentichiamocelo che ha fatto cinque gol. Al di là di quello, Giovinco deve crescere, insieme a tutti gli altri, ma deve soprattutto quello che io chiedo agli attaccanti durante la partita. Lui lo sta facendo bene, così come lo sta facendo Bendtener, così come lo sta imparando Bendtner, così come lo stanno facendo bene Matri, Vucinic e Quagliarella".
Com'era il rapporto con Del Piero la passata stagione?
"Con Ale c'è sempre stato un rapporto molto vero, all'insegna della verità sempre, dela schiettezza, in virtù anche del fatto che con Ale avevamo passato dieci anni da compagni, quindi è sempre stato un rapporto basato sulla sincerità, sulla schiettezza, sul dirci sempre tutto. Ale io lo ringrazierò sempre per quello che ha fatto l'anno scorso, come si è comportanto lui insieme ai più vecchi, il riferimento è a lui e a Buffon. Successivamente si è unito anche Andrea insieme alla vecchia guardia. Per me è stato fondamentale l'anno scorso, ma anche per il gruppo, per la squadra, per tutti, per tornare a vincere. Sono contento che ora abbia trovato la sua gioia, la sua contentezza, nel giocare in Australia; lo seguo, quando posso lo guardo e sto vedendo che è il protagonista assoluto e non poteva essere altrimenti. Quindi gli auguro tutto il bene. So che tifa e tiferà sempre per noi, così come noi tifiamo le FC Sydney e per lui soprattutto".
Quali sono state le tue due partite perfette nella Juve da calciatore e da allenatore?
"Posso parlare da calciatore, ma trovare partite perfette per me che ero imperfetto è difficile. Posso ricordare sicuramente partite memorabile, come la vittoria in Champions, anche se ebbi un infortunio gravissimo che mi fece saltare gli Europei. Una partita che mi rimarrà più impressa nella mente e nel cuore è quella all'Old Trafford, contro il Manchester, quando feci gol. Mi ricordo che tornavamo in aeroporto e i tifosi mi presero in braccio e mi portarono in trionfo. Rimasi esterrefatto per questo e mi fecero arrossire molto. Da allenatore la partita perfetta mi auguro sia sempre la prossima, quindi quella contro la Lazio, poi quella successiva".
In questi mesi così difficili ha mai pensato di abbandonare tutto?
"Questa è una domanda molto molto profonda, una domanda che mi fa anche male, perchè mi chiede del mio stato d'animo. Sicuramente ho attraversato dei momenti - e non poteva essere altrimenti - molto molto difficili, nei quali non riuscendo a trovare un perchè e io essendo una persona molto alla mano, che deve trovare un perchè in tutto, quando non lo trovo mi sforzo a trovare un perchè; non avendo trovato le risposte ad alcune mie domande, devo dire che ho attraversato momenti difficili. Devo dire che mi è stato di grandissimo aiuto, forse è stato fondamentale, il fatto di avere il sostegno, oltre alla mia famiglia, di una persona come Andrea Agnelli, il presidente, che praticamente mi ha dimostrato fiducia incondizionata su tutto e su tutti. E questo è stato molto importante perchè mi ha aiutato a superare momenti difficili, in cui vorresti gridare al mondo tantissime cose e non puoi farlo; se lo fai dimostri che non accetti le regole, dimostri di essere presuntuoso; ma io dico a tutti quanti che chi ha espresso giudizi particolare o si è erto a paladino o a giudice, mi piacerebbe passassero anche loro da colpevoli, essendo innocenti".
Qual è stata la persona alla quale si è maggiormente ispirato nella sua carriera?
"La carriera bisogna sempre scinderla, perchè nella carriera c'è la carriera professionale e la carriera umana. Nella carriera umana sicuramente le persone alle quali mi sono più ispirato sono la mia famiglia, quindi mia madre, mio padre, che mi hanno dato un'educazione dura; mio padre anche ferrea, molto molto forte, un'educazione che mi ha portato ad essere la persona che sono adesso, una persona molto onesta, leale, dura, che non ama compromessi; per questo ringrazio loro. Nella mia carriera professionale, sicuramente ho avuto la fortuna di avere tutti i più grandi allenatori, anche compagni di squadra tra i più forti in assoluto, mi riferisco a Zidane, a Del Piero, ma non dimentico a gente come Montero. Sicuramente ragazzi che mi hanno dato tanto. A livello di allenatori, ho avuto dei grandi maestri che devo ringraziare e dai quali ho cercato di carpire le cose che per me vedevo dove eccellevano. E quindi li ringrazio tutti".
Caro mister, perchè non gioca con il 4-3-3 con le squadre più piccole?
"Partendo dal presupposto che questi sono numero...4-3-3, 5-7-2, 8-1-1, a me quello che interessa, sono i principi di gioco. Il 4-3-3 contro le squadre più piccole è un sistema di gioco più difensivo rispetto a quello che noi facciamo, perchè il nostro sistema di gioco quest'anno è il più offensivo in assoluto, basta guardare...e qualcuno sta iniziando ad accorgersene...è un sistema di gioco talmente nuovo che i numeri sono numeri nuovi e siccome alcuni non sono ferrati fanno fatica a capire come giochiamo. Il sistema di gioco che stiamo adottando adesso è super offensivo. Il 4-3-3 lo vedo più difensivo rispetto a quello che stiamo attuando adesso".
La squadra ha ritrovato la fame che per un attimo aveva perso. Cosa ha detto alla squadra dopo la sconfitta con l'Inter?
"Io dico che la Juventus non ha mai perso la fame, sicuramente in alcune partite - ed è un tema che abbiamo affrontato prima della gara con l'Inter - eravamo meno intensi, meno cattivi, meno determinati, però era più un atteggiamento inconscio dei ragazzi, perchè come ho detto veniamo da 13 mesi di lavoro, 13 mesi in cui questa squadra ormai ha recepito, ha preso coscienza dei propri mezzi, ha una propria organizzazione, uan mentalità, quindi questo ha portato dei benefici in fatto di fiducia nei calciatori; la squadra ha vinto e in questo momento si sente forte. Questo a volte magari ha portato a sottovalutare il fatto che non bisogna mai dimenticare che non dobbiamo mai perdere la nostra intensità. La vittoria con l'Inter... no..la sconfitta (ride, ndr) - mi sero abituato alla vittoria... - mi ha un po'... complimenti all'Inter perchè è stata la squadra che co ha battuto dopo 49 partite. Quindi complimenti all'Inter perchè sta facendo sicuramente cose straordinarie, ce la troveremo per competere per la vittoria dello Scudetto, e che vinca il migliore tra noi: Napoli, Lazio, Fiorentina, Roma e Milan. Ma se riusciamo ad essere più consapevoli di quello che siamo, ad essere sempre intensi, abbiamo un po' di chance di essere sempre contenti".
Mister, cosa si prova ad aver vinto il primo Scudetto dopo calciopoli e ad aver riportato la Juve nuovamente in alto?
"E' uno Scudetto frutto di grandissimo lavoro da parte mia, da parte della società e soprattutto dei calciatori che hanno dovuto sopportare. Provo grande contentezza, grande gioia, e nei momenti che mi capita di avere dei momenti di stanchezza, ripenso a quello che abbiamo fatto di bellissimo l'anno scorso, perchè non bisogna mai dimenticare che quello che è la Juventus oggi - la squadra da battere in campionato, la squadra che in questo momento è più rispetto alle altre - è avvenuto solo in tredici mesi, perchè non dimentichiamo che veniamo da due settimi posti, questo non ce lo deve far dimenticare niente e nessuno; anzi, questo serve per dire ai nostri tifosi, che soprattutto nei momenti di difficoltà loro non devono aggiungersi alle critiche, anzi, devono capire che sono stati fatti degli sforzi importanti da parte della società, da parte dei calciatori, da parte dello staff tecnico e devono sempre starci vicino. Lo Scudetto dell'anno scorso deve essere un motivo d'orgoglio e di soddisfazione ed è un grandissimo esempio per tutti, perchè col lavoro, con la passione, con l'umiltà, con la determinazione, si possono raggiungere delle volte dei traguardi che in un primo momento possono sembrare impensabili. Noi abbiamo fatto questo e io sono molto molto orgoglioso di essere l'allenatore di questo gruppo di calciatori".
Qual è la più grande difficoltà nell'allenare un club importante come la Juventus?
"La difficoltà è quella di vincere, la più grande difficoltà penso che sia quella a volte di doverti confrontare con un malcostume, con un qualcosa che non riguarda l'aspetto sportivo, ma riguarda il tifo. Allora questa secondo me è la più grande difficoltà: si dice che la Juventus o la si odia o la si ama; io penso che bisognerebbe essere più educati e più rispettosi del lavoro che si fa, cercare anche di dire 'cavolo, però la Juventus gioca veramente un bel calcio, la Juventus per 49 partite è stata imbattuta, nessuno è riuscito a superare la Juventus, la Juventus da più di 20 partite è in testa al campionato, ha vinto lo scudetto, ha vinto la Supercoppa, la Juventus ha il miglior attacco, ha la miglior difesa'. Non vedo questo, vedo un grande tifo, purtroppo anche tra i professionisti, soprattutto tra i professionisti, tra chi fa giornalismo; questo mi dispiace molto, perchè ripeto, la professionalità va al di soprattutto, non deve essere una questione di tifo, ma una questione di rispetto e professione. E mi dispiace quello che è successo in Juventus-Nordsjaelland, quando dopo la fine della partita...intanto visto che qualcuno ha cercato di dire la verità, la verità la dico io: dopo Juventus-Nordsjealland, partita che noi abbiamo vinto 4-0 - doveva ancora terminare Chelsea-Shakhtar -, io passo dalla sala stampa, mi rifugio nella stanza dove sono prigioniero insieme a Riccardo Scirea, perchè purtroppo non posso scendere negli spogliatoi... sono lì a guardare un po' le statistiche e dalla parte della sala stampa sento un boato, un boato, perchè ho sentito gridare ed esultare, gridare ed esultare, e non può essere stato nè uno nè due. Sono uscito, e mi è dispiaciuto vedere dei professionisti che invece di fare i professionisti fanno i tifosi ed esultano per il gol di una squadra che non è neanche una squadra nazionale, ma una squadra estera. E poi mi è molto dispiaciuto vedere che io ero nervoso: no, io non ero nervoso, perchè io ero anche molto felice e tranquillo per il 4-0 e mi ha dato molto fastidio sicuramente quella mancanza di rispetto e mi sono vergognato per quelle persone, perchè ho capito che erano poco professionali, sicuramente non dei professionisti e mi dispiace che purtroppo erano dei giornalisti che hanno a che fare quotidianamente con noi".
Mister perchè non dà continuità agli attaccanti preferendo la loro continua rotazione?
"Guarda questa è una bella domanda, così rispondiamo anche ai giornalisti. A parte che ai giornalisti bisognerebbe rispondere con i risultati, perchè penso siano la migliore risposta in assoluto. Noi abbiamo 5 attaccanti con l'arrivo di Bendtner; l'anno scorso ne avevamo lo stesso 5, sono andati via Borriello e Del Piero, sono stati rimpiazzati da Bendtner e Giovinco; sono stati confermatissimi Vucinic, Matri e Quagliarella, perchè credevamo in loro, credevamo in quello che hanno fatto l'anno scorso, crediamo in quello che fanno quest'anno. Continuità significa per far giocare per due-tre partite la stessa coppia di attaccanti, continuità significa quindi non far giocare gli altri tre in panchina; comunque è sempre un non riuscire a far quadrare i conti, perchè poi se fai giocare Vucinic e Giovinco non fai giocare Matri, Quagliarella e Bendtner. A me quello che interessa è che ci sia sempre una grande risposta da parte di questi cinque attaccanti, risposta che ho avuto l'anno scorso, risposta che ho avuto quest'anno. Loro sanno che non ci sono delle gerarchie assolute, perchè l'ho spiegato anche a loro: penso di avere attaccanti che si equivalgono; hanno caratteristiche diverse però sono attaccanti che si equivalgono tutti; sfrutto quello che vedo in allenamento, il loro momento, il loro stato di forma, è inevitabile che spero che le risposte che mi hanno dando Giovinco e Quagliarella a Pescara, ci siano in futuro; o le risposte che mi hanno dato Giovinco, Matri e lo stesso Quagliarella co, Nordsjealland ci siano in futuro, così come le risposte che mi ha dato Vucinic quando ha giocato, Bendtner quando ha giocato a Catania. Quello che conta è quando scelgo la coppia di attaccanti titolare ci siano dele risposte; io fino a questo momento ho avuto sempre grandi risposte da parte di tutti; è inevitabile che si cerchi sempre la polemica, perchè alla Juventus non va mai bene niente. Oggi leggevo su un giornale che Quagliarella segna gol a grappoli, ma viene utilizzato col contagocce: io dico che Quagliarella ha giocato tanto quest'anno, è tornato ad essere il calciatore che era prima dell'infortunio; ha dovuto patire per tantissimo tempo il recupero della migliore forma, però adesso io dico di guardare l'aspetto positivo; adesso Quagliarella sta segnando come sta segnando Giovinco; domani uscirà che Matri, che non sta segnando, è in crisi. E' un po' il malcostume che si sta insinuando nel nostro calcio, quello di non guardare mai l'aspetto positivo, ma di cercare sempre la polemica. Questa è una brutta cosa perchè sta portando il calcio alla deriva in Italia; noi ce ne stiamo accorgendo perchè quando andiamo in Europa prendiamo schiaffi da tutti".
A prescindere dalla bravura dei tuoi collaboratori, quanto pensi risenta della tua assenza sul campo la squadra?
"Penso di aver risposto abbastanza esauriente prima, nel dispiacere di non essere in panchina, nel non avere quel contatto in quei 95 minuti con l'erba del campo, con quell'atmosfera, con i calciatori, con i tifosi, con gli arbitri, con i miei collaboratori; però come ho detto, abbiamo la fortuna di avere alle spalle un anno in più di lavoro, con calciatori che... non potrei prendere di averne di migliori di quelli che ho, perchè ripeto io ho dei grandi calciatori e soprattutto dei grandi uomini; questo ci sta permettendo, assieme alla bravura dei miei collaboratori, di essere primi in classifica, di essere imbattutti ancora in Champions, con tutte le carte in regola per andare avanti, di essere riusciti a vincere il primo trofeo stagione, di essere riusciti a fare cose straordinarie che non vengono tanto esaltate dai media, che preferiscono dare più spazio a situazioni temporali o a delle meteore".
Qual è il più grande giocatore contro il quale hai giocato?
"Senza dubbio Maradona. Io quando ero nel Lecce, ai tempi di Boniek, venivo utilizzato come mediano, marcatore della mezz'ala. Ricordo che giocammo a Napoli contro il Napoli, in cui feci anche il primo gol in Serie A. Marcavo praticamente Maradona a uomo, erano gli ultimi anni di Diego, però era un giocatore straordinario anche in quegli anni, vedevi la forza di questo calciatore. Parlandone anche con Ciro, mi diceva che era l'unico giocatore che da solo portava gli altri a vincere le partite, perchè aveva grandissimo carisma, grandissima personalità; lui se voleva vincere la partita la vinceva; Diego Armando Maradona è il più grande in assoluto. Mi è sarebbe piaciuto anche trovarmi ai tempi di Pelè, perchè considero lui e Pelè i giocatori più grandi in assoluto e più forti al mondo; in questo momento penso che Messi sia sulle orme di tutti e due".
L'imitare di Crozza ti dà fastidio o ti fa sorridere?
"(ride, ndr). Vedendo come l'ha presa mia moglie...mia moglie quando mi vede arrabbiato mi dice...'agghiacciante, agghiacciante'. Noto con piacere che anche i vocabili che uso, poi diventano anche un cult, nel senso che poi vedo che nei giornali si inizia a utilizzare dei termini che utilizzo io. Questo è molto positivo perchè essere imitato significa aver raggiunto una popolarità ...non voglio essere poco umile, ma prendo il lato positivo. Io penso che Crozza lo faccia bene perchè alla fine mi invidia i capelli, anche lui è proprio pelato...io invece sono andato lontano per cercare di essere diverso da lui (ride, ndr), anche se lo stress adesso mi sta facendo un'altra volta cadere i capelli trapiantati. Questo non va bene. Comunque complimenti a Crozza, anche se questa chiacchierata con voi darà ulteriori spunti, perchè ultimamente ha pochi spunti per imitarmi. Complimenti a lui perchè è molto bravo".
Mister, quanto crede in Pogba?
"Mah...Paul...a volte sento dire che non si crede nei giocatori giovani, ma Paul ha 19 anni ed io non ci ho pensato mezza virgola a dargli una maglia da titolare, a responsabilizzarlo, perchè alla fine io sono un esempio del fatto di aver esordito a 16 anni. Io ho esordito in serie A a 16 anni, quindi se un calciatore ha delle potenzialità e l'allenatore si accorge che è bravo, non conta l'età. Paul è un giocatore che ha delle doti, delle qualità, mezzi straordinari, sta a lui, sta a me, cercare di farlo crescere per diventare un campione; ha tutte le qualità perchè è un ottimo ragazzo, è un ragazzo molto applicato, è un ragazzo che ha voglia di imparare; lo noto per come si sforza di imparare l'italiano: lui nonostante l'anno scorso dovesse ancora arrivare alla Juventus, già ha iniziato a parlare italiano; io con lui parlo italiano, è un ragazzo molto applicato, che ha doti straordinarie e può diventare tra i numeri uno al mondo. Però è un ragazzo, non deve perdere mai la bussola, ma come lo dico per lui, lo dico per tutti i ragazzi, perchè a quell'età basta una partita affinchè i mezzi televisivi e la carta stampata ti facciano credere di essere un campione e poi invece ti ritrovi la volta dopo che giochi male ad essere un brocco, o a dire che la società ha sbagliato l'investimento. Lui ha grandi mezzi e sta a me, alla sua volontà, farlo crescere. Però dico senza mezzi termini che è un potenziale campione, un potenziale numero uno a livello mondiale".
Cosa è la Juventus per te?
"Juventus sicuramente è emozione, Juventus è una parte di vita professionale importantissima, determinante, quindi per me sicuramente sono forti emozioni; famiglia di juventini, mio padre presidente della Juventina Lecce, quindi io penso che questo la dica tutta su come siamo nati e su come siamo cresciuti. E' inevitabile che poi io ho avuto la fortuna anche di giocare solamente in due squadre, Lecce e Juventus: Lecce la squadra della mia città, quindi due squadre sicuramente del cuore; è inevitabile che quando ho iniziato questo percorso di allenatore, avevo messo in preventivo di essere itinerante, di essere professionista; io lo sono stato e ho amato le squadre per cui ho allenato, mi riferisco ad Arezzo, a Bari, all'Atalanta e al Siena; adesso sono tornato a casa, alla Juventus ed è molto molto bello; per me Juventus è un'emozione forte".
Mister, ti piacerebbe diventare per la Juve quello che Ferguson è per lo United?
"Mah...appena arrivato alla Juventus, un'intervista che mi ha fatto molto piacere leggere, è stata quella del nostro presidente Andrea Agnelli, in cui pensava e si augurava che con questa scelta io potessi comunque diventare il Ferguson della Juventus. E' un calcio molto molto intenso, molto tosto, molto stressante, molto tutto in Italia; quello che affrontiamo noi anno per anno, non sono solo dei pesi calcistici, ma anche soprattutto extracalcistici molto molto forti. Mi auguro di esserlo per tantissimo tempo, perchè sono nel posto dove mi auguravo di essere, sono in una grandissima squadra, speravo e sapevo che sarei tornato un giorno, dopo che c'è stato il mio addio al calcio nel 2004. Quindi in questo momento sono molto molto contento e spero di continuare a crescere io, di continuare a vedere crescere la squadra, di continuare a crescere la Juventus in tutto e di continuare questo rapporto per molto più tempo; finchè avrò entusiasmo e passione, sarò sempre alla Juventus, nel momento in cui dovessero mancarmi queste due qualità, questo sacro fuoco che ho dentro, allora sarò il primo ad andare dal presidente a dire che è giusto cambiare".
Mister vede somiglianze tra la sua Juve e il Dortmund?
"Il Dortmund è una squadra che ammiro molto, che spesso e volentieri mi piace vedere giocare; io sono molto fissato, molto patito, studio molto, purtroppo la mia famiglia lo testimonia, perchè spesso e volentieri, quando sono a casa è una lotta con mia figlia, perchè appena arrivo sta guardando i cartoni animati e dice: 'Papà non calcio oggi per favore'. E poi alla fine prevale l'interesse della famiglia. Ho visto l'ultima partita che il Dortmund ha fatto col Real Madrid...il Dortmund è un'ottima squadra, mi piace molto, perchè ha un'organizzazione di gioco, corrono tanto; l'anno scorso il Dortmund insieme al Monaco era la squadra che correva di più, portava una maggiore intensità in tutta Europa; c'è un ottimo allenatore; l'anno scorso hanno vinto lo Scudetto e sono usciti nella prima fase; avevano tanti calciatori che erano alla prima esperienza; vedo attinenze con noi; quest'anno, però, mi auguro che noi a differenza loro riusciamo a superare il primo turno; è una squadra che comunque dà emozione, mi piace guardarla, quindi complimenti alla sosicetà, al loro allenatore e ai loro calciatori".
Quale Scudetto ha il sapore più bello? Quello del 5 maggio o questo vinto da allenatore imbattuto?
"Io penso che tutte le vittorie con la Juventus hanno avuto sempre un sapore particolare, un sapore bello. permettetemi di scegliere e di dire quest'ultimo, perchè è il mio primo Scudetto da allenatore. E vincere da allenatore dà un sapore enorme, molto di più rispetto a quando ero calciatore, perchè è una vittoria che comunque senti maggiormente, perchè è la tua creatura, assieme alla società, al presidente, ai dirigenti, sei riuscito comunque a creare un qualcosa che senti tuo, c'è una mentalità che hai cercato di dare, hai dato un indirizzo, hai dato un'organizzazione, hai dato uno spirito, hai dato qualcosa ai calciatori; non dico che durante l'anno non si è mai sbagliato, ma anche nello sbaglio, sbagli tu, quindi è un qualcosa che senti veramente tuo, che ti riempie di grandissima soddisfazione e gioia. Così come aver vinto la Supercoppa, essere giunti nel primo anno da allenatore a vincere subito lo Scudetto da imbattuti, essere arrivati in finale di Coppa Italia e aver vinto anche la Supercoppa, penso che solo nei sogni migliori potevo aspettarmelo. Però questi sogni si sono realizzati grazie al grandissimo lavoro e non dimentico di ringraziare la società, di ringraziare soprattutto i calciatori che si sono messi a disposizione".
Quanto rimpianti il pareggio in terra danese? Complica il cammino in Champions?
"Io parto dal presupposto che non bisogna mai guardarsi indietro, ma guardare sempre avanti. Avanti significa guardare alla Lazio, impegno veramente probante, in campionato sabato. E pensare successivamente dopo la Lazio, al Chelsea. Quindi voltarsi indietro non conta niente, il pareggio purtroppo c'è stato, è stato un pareggio ingiusto perchè io ho visto la partita in terra danese, abbiamo tirato trenta volte in porta, quindici nello specchio, 18 angoli, c'è stato un dominio importante. Mi ha fatto sorridere il fatto che il Nordsjealland viene considerata una squadra di Serie C del nostro campionato, non è così, invito i critici e chi ha detto questo a riguardarsi le partite sia con noi all'andata, sia Shakhtar-Nordsjealland e Nordsjealland-Chelsea, per capire che il Nordsjealland è un'ottima squadra che ha meritato di giocarsi la Champions e che mercoledì sera è la Juventus che ha dato l'impressione che il Nordsjealland fosse una squadra debole. Come dico sempre ai miei calciatori, molto dipende da noi, riuscire a mettere il campo in salita per le squadre avversarie; poi sminuisce un po' chi abbiamo di fronte, perchè ho letto anche che il Pescara non è stato un impegno probante; Io dico che la Juventus ha reso sicuramente questo pensiero, ma non dimentichiamo che il Pescara ha fatto 12 punti, veniva da una vittoria con il Parma per 2-0; spesso e volentieri il nostro approccio, la nostra vittoria, sminuisce un po'... si vuole sminuire un po' la nostra vittoria togliendoci e meriti e sminuendo le squadre avversarie. Io non credo che questo sia giusto, non tanto per noi, ma per il Pescara e per il Nordsjealland".
Quali sono le tre virtù fondamentali per raggiungere i propri obiettivi?
"Penso che ci siano più di tre virtù fondamentali per raggiungere i propri obiettivi: sicuramente io quando mi guardo adesso faccio sempre riferimento anche al mio passato, al mio trascorso da calciatore, quello che mi ha portato ad essere da un calciatore onestamente semplice che era arrivati nel '91 da Lecce, con una grandissima dote, quella della corsa, ma con mezzi tecnici non eccelsi... la mia dote fondamentale, è quella di volermi sempre migliorare. Grandissima umiltà su tutto, grandissima voglia di migliorarmi, sempre, su tutte le situazioni. Questa voglia, questa umità che mi ha portato poi a rimanere per 13 anni, da calciatore, a diventare capitano, a giocare in Nazionale. E sicuramente è stata la mia voglia, la mia volontà, la mia determinazione, il fatto di volermi comunque migliorare costantemente e di riuscire ad essere comunque un vincente, perchè alla fine quello che conta è come dico sempre ai miei calciatori, è riuscire a scrivere, scrivere la nostra firma, scrivere pagine di storia. Lo si fa vincendo e mi piace pensare che bisogna vincere cercando di eccellere nel gioco, nei comportamenti, in tutte le situazioni".
Ormai gli allenatori ricoprono più ruoli: tecnico, manageriale, psicologico. In quale si riconosce meglio?
"L'allenatore ormai non è solamente l'allenatore sul discorso tecnico-tattico, l'allenatore per eccellere deve essere completo, nel senso che oltre ad avere importanti idee di gioco a livello tecnico-tattico, deve essere molto preparato anche dal punto di vista della preparazione fisica, perchè c'è un continuo confronto con i preparatori. Devi essere un manager, perchè sei inglobato, sei dirigente e quindi hai sempre dei confronti, non dico quotidiani...ma noi qui in Juventus ci confrontiamo molto con il presidente, con Andrea, e questo per me è una cosa molto bella perchè il confronto stimola sempre, questo è importante, così come i dirigenti, con Marotta, con Paratici; quindi l'allenatore deve essere molto completo. Io cerco di intervenire anche a livello psicologico, perchè avere a disposizione trenta calciatori e gestirli...ognuno di loro ha una propria testa e tu devi essere bravo ad entrare nella loro testa, non sperare che loro entrino nella tua. C'è chi ha bisogno di un insulto buono per rendere al meglio e chi magari ha bisogno più di una parola dolce, perchè un insulto magari lo butta giù; io cerco di studiare molto perchè voglio eccellere, pretendo da me stesso di essere il più bravo e non solo in Italia".
- Mister, come pensa di sostituire Asa quando partirà per la Coppa D'Africa?
"Intanto cerchiamo di arrivare nel migliore dei modi a gennaio, sarà anche più semplice tentare di sostituire un calciatore che sicuramente si sta rivelando importante in questo scorcio di campionato, così come tutti gli altri. Noi abbiamo comunque in rosa degli elementi ottimi, mi riferisco a De Ceglie: anche se in questo inizio di campionato ha avuto alcuni problemi fisici dovuti al fatto che si è dovuto operare al ginocchio, ha dovuto togliere la vite che gli era stata messa per la frattura precedente della rotula. E' un ragazzo su cui conto tantissimo, che l'anno scorso è stato fondamentale per la vittoria dello Scudetto; abbiamo Giaccherini che è ottimi per tutti gli usi. In più c'è anche il recupero di Pepe che ha avuto tre mesi travagliati e adesso sembra e speriamo sia tornato in condizione; in più abbiamo un ottimi jolly che è Padoin, che può essere utilizzato sia a destra che a sinistra. Abbiamo delle risorse in casa e cercheremo di sfruttare quelle perchè io ho grandissima fiducia in questi ragazzi, nella squadra e nella rosa attuale"..
Quanto ti manca la panchina?
"Effettivamente me ne sono fatta costruire una in casa, mia moglie ha avuto questo pensiero carino.La sera, quando guardo la televisione, io ho una panchina. E ogni tanto faccio unire anche qualcuno dello staff, perchè poi devo litigare anche con qualcuno. E' inevitabile che il contatto durante la partita con i calciatori, con i tifosi, con gli arbitri, sicuramente mi manca tanto.Il mio lavoro si è dovuto triplicare in questi tre mesi, perchè se comunque prima e durante la partita riesci ad intervenire anche su un qualcosa che stavi vedendo di diverso e che non hai visto o trovato durante la settimana, diventa adesso un po' più difficile. Però ho la fortuna di avere dei collaboratori ottimi, da Alessio, a Carrera, a Filippi, i preparatori, e soprattutto di avere dei calciatori molto responsabili, dei calciatori che sono prima degli uomini e poi degli ottimi professionisti. Questi sicuramente mi stanno aiutando molto, mi stanno aiutando molto i risultato della Juventus. Ci ha aiutato molto anche il fatto di essere insieme da più di un anno, l'organizzazione di gioco. Sono riuscito ad entrare nella testa dei giocatori calcisticamente e questo ci aiuta molto. Però a me manca molto il fatto di non sedermi panchina, di non avere quel contatto nei 90 minuti con l'erba, con i miei calciatori, con gli avversari, con i tifosi e con gli altri".
Qual è stata la prima cosa che hai detto ai calciatori dopo aver vinto lo Scudetto?
"Abbiamo parlato poco perchè ci siamo abbracciati, ci siamo stretti, abbiamo anche pianto per la gioia, perchè sappiamo cosa è stato per noi l'anno scorso, arrivare a uno Scudetto, arrivare a una finale di Coppa Italia, arrivare da imbattuti, il lavoro che c'è stato; quando si parla di lacrime, di sudore, di voglia, di intesità di rabbia agonista, sono tutte situazioni che noi abbiamo racchiuso l'anno scorso e che ci hanno portato a vincere lo Scudetto. Cose che cerchiamo di riproporre anche quest'anno. Sappiamo che non è facile, però tante volte ormai basta guardarci con i giocatori e non parlare".
Che emozioni provi nel sentire il coro che i tifosi ti intonano in ogni partita?
"Io l'ho sempre detto, il tifoso per me rappresenta una grandissima emozione, è stato così da calciatore e lo è ancora di più da allenatore, quindi io come i calciatori quando ascoltiamo durante la partita inneggiare il nostro nome, è una carica di adrenalina, un qualcosa che comunque ti fa rabbrividire, così come è bellissimo essere fermati per strada da voi tifosi, che ringraziate me, ringraziate i calciatori per avervi portato ad essere orgogliosi di questa Juventus. Proprio ieri sera ero per strada e mi ha fermato un vecchietto: la cosa bella è che mi ha detto: 'al di là del fatto che si vinca, io sono juventino e mi piace guardare la Juventus perchè è una squadra che esprime sempre emozioni, esprime un qualcosa di veramente bello, e al di là della vittoria finale vi saremo sempre grati. Queste penso siano le emozioni più belle che riuscite a darci e che ci spingono a dare sempre di più a me e alla squadra".
- "Buongiorno a tutti, un grandissimo saluto a tutti i nostri tifosi, a tutte le persone collegate. Torno a parlare dopo tanto tempo. Ho scelto di farlo con voi, che assieme alla mia famiglia, alla mia squadra e alla mia società, siete state le persone che mi sono state più vicine in questo periodo di lontananza domenicale. Vi ringrazio per le migliaia di domande che sono arrivate. E' il primo appuntamento tramite social network,si chiama 'Talk to Conte'. Rimango sbalordito dal vedere tanto tifo, tanta passione che abbiamo in tutto il mondo, perchè ho visto che più del 70% delle domande arrivano dall'estero, quindi saluto tutti. Inziamo con le domande, che sono arrivate. Ce ne sono tante molto molto interessanti".
- Il condottiero bianconero, Antonio Conte, rompe il lungo silenzio e torna parlare al suo popolo. Dalle 10:30, l'allenatore Campione d'Italia sarà a disposizione per soddisfare le curiosità dei tifosi, collegato in diretta, a reti unificate, sui social network della Juventus (Twitter, Facebook, Youtube o Google +). Sono già migliaia le domande arrivate su twitter da tutto il mondo, attraverso l’hastag #tlk2conte. Tantissime quelle pervenute in particolare dall’Indonesia, dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita, dal Regno Unito e dagli Ermirati Arabi.
TuttoJuve.com seguirà in diretta l'evento, riportando integralmente ed in tempo reale le parole di mister Conte:
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