BUFFON: "Delneri non è il problema. Ci manca il carattere"

22.03.2011 15:10 di  Filippo Partenzi   vedi letture
BUFFON: "Delneri non è il problema. Ci manca il carattere"
TuttoJuve.com
© foto di Giacomo Morini

Non è Delneri il problema della Juve. La pensa così Gianluigi Buffon, intervenuto nel corso della conferenza stampa della nazionale, già al lavoro in vista della partita di venerdì contro la Slovenia, valevole per la qualificazione ad Euro 2012. Altri, infatti, sarebbero i problemi che permeano lo spogliatoio bianconero, secondo il portiere: “Ci manca forza caratteriale e morale nei brutti momenti e per questi motivi abbiamo buttato via il secondo posto. Delneri? È l'ultimo dei problemi, è un grandissimo lavoratore”. Un pensiero anche verso il derby milanese: “L'Inter è favorita per lo scudetto ma il Milan è più forte”.

Secondo qualcuno, questo codice comportamentale non è chiaro...
"No, penso che come tutte le squadre, tra virgolette serie, che hanno un'organizzazione seria come abbiamo noi in Nazionale, è normale ed è giusto che ci sia un codice da rispettare. Se poi in partite così importante, per rimanere coerenti e dar credibilità a questo codice, purtroppo devi fare a meno di giocatori come Mario Balotelli e anche come De Rossi è un peccato, quello è innegabile. Però è anche vero che la credibilità e la serietà di una società e di una squadra stia proprio anche nel far rispettare le regole, anche quando queste ti giocano contro".

Rispetto a quello che ha detto ieri Prandelli, la richiesta di aiuta di Balotelli, come ti poni? Vedresti bene un suo impiego contro l'Ucraina e come pensi che lui debba risolvere questi problemi con i quali non riesce a convivere?
"Non è che sia un ragazzo che dimostri delle problematiche così spiccate da dover chiedere chissà quale tipo di aiuto. E' chiaro che per l'età che ha, alcune volte, se vogliamo, non riesce a dominare quello che è il suo carattere e quello che è il suo istinto. Ma alla fine credo anche che queste esperienze negative che lo vedono protagonista sicuramente tra un anno o due anni, quando avrà completato il suo processo di maturazione, gli saranno sicuramente servite".

Quanto ti senti lontano dal miglior Buffon?
"Mi sento molto bene, nel senso che ormai sono tre-quattro mesi che ho ripreso a lavorare nel migliore dei modi. Fisicamente sto in maniera eccellente, nel senso che quando c'è stato da parare, da essere chiamato in causa, penso di averlo fatto abbastanza bene. Poi è chiaro che dopo tutti questi mesi ci sta che ogni tanto puoi incappare in qualche errore al quale non eri abituato. Però credo che alla fine, come in ogni processo di ripresa e di ritorno organico allo stato di forma ottimale, penso sia tutto nel computo delle cose".

Possiamo ritenerci favoriti contro questa Slovenia?
"Favoriti purtroppo penso non sia possa mai esserlo, soprattutto quando giochi in trasferta con nazioni emergenti tipo la Slovenia che incomincia ad avere e ha già avuto anche in passato recente qualche individualità di primo livello. Sicuramente a priori non ci sentiamo inferiori e penso che andremo a disputare una partita intelligente per cercare poi di poter vincere e archiviare il discorso qualificazione il prima possibile. E' normale che poi, per quel che riguarda le valutazioni che fanno gli altri, sotto certi aspetti vanno rispettate perchè sono pensieri altrui, ma è anche vero che possono fungere da stimolo per poter far ricredere questi addetti ai lavori che realmente certi giocatori che si stanno affacciando adesso al grande calcio lo fanno perchè hanno le doti ed il carattere per poterlo fare".

Quando vedi questa Nazionale e pensi a quella del 2006, pensi che la squadra di oggi possa avvicinarsi nel tempo a quella di allora, oppure è un'esperienza assolutamente irripetibile?
"No, penso che questa sia una Nazionale che ha dei margini di miglioramento eccezionali, perchè in 7-8 undicesimi sono ragazzi realmente giovani e che non hanno un'esperienza internazionale elevatissima. Ma nessuno di noi, da giovani, aveva esperienza. Ma avevamo le qualità per poterci imporre e per poterci meritare un posto in questa squadra. Per cui credo che l'allenatore che abbiamo sia l'ideale per valorizzare questo tipo di progetto. Sta a noi, con le prestazioni, cercare di meritarci la fiducia".



I nuovi Totti e Del Piero?
"Raggiungere il loro livello non sarà facile. Balotelli, Cassano e Rossi, possono farlo, dovranno compiere il salto di qualità definitivo”.

Il tuo futuro sarà ancora alla Juve?
"Non mi sento di affrontare questo argomento per varie ragioni. Stiamo vivendo una situazione talmente delicata e contrastante con la storia della Juventus che l'ultima cosa che interessa i tifosi e la società sono gli interessi dei singoli. Ora come ora è fondamentale concludere il campionato in maniera decente".

Delneri è stato messo in discussione... 
"Delneri è un grande lavoratore ed una persona seria. E’ stato bravissimo a non farsi travolgere dalla negatività, si vede che sa gestire questo tipo di momenti".

Il campionato della Juventus è sin qui deludente...
“Pur essendo partiti con altre aspettative, ad un certo punto credevamo di ritagliarci un ruolo da grande. Ed invece, con qualche prestazione negativa e per colpa dei tanti infortuni, abbiamo dilapidato un secondo posto che ci eravamo guadagnati. L’autostima è calata, ed abbiamo rischiato di entrare in un vortice, come lo scorso anno. Ma la reazione vista contro il Brescia è quella di una squadra compatta e fa ben sperare per un finale di campionato molto importante per noi”.

Cosa pensi della lotta scudetto?
“Dissi che il Milan era favorito, l’Inter più forte. Anche il Napoli non è fuori dai giochi. Come l’Udinese. Il cui gioco è talmente bello che vien voglia di tifare per loro”.

Puoi dirci qualcosa sugli effetti del terremoto in Giappone?
"Leggevo che una scolaresca e’ rimasta chiusa in aula ad aspettare i genitori. Ma quei padri e quelle madri non torneranno piu’. Da padre, e’ terribile sapere questo. Sono pronto a fare qualsiasi cosa per aiutarli, se solo mi si indichera’ il modo migliore per farlo".

Timore per la guerra in Libia?
"Le guerre fanno paura ovunque accadano. Se poi come in questo caso sono alle porte del nostro Paese, credo che la preoccupazione sia ancora maggiore. Ma se un intervento del genere può servire per assicurare un futuro a un popolo, allora credo che vadano prese delle decisioni".