A tutto Hernanes: "Juve tornata quella di sempre, molte similitudini con la mia del 2016. Napoli? E' più forte, ma Allegri è un grande scacchista. Sui brasiliani e Pogba..."
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex centrocampista bianconero dal 2015 al 2017, Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, conosciuto più semplicemente come Hernanes, per parlare degli ultimi avvicendamenti in casa Juve e non solo:
Come sta andando la tua attività?
"Procede alla grande, poi mi sono calato molto bene nella nuova veste. Questo è un periodo un po' più tranquillo, quindi riapriremo agli inizi di febbraio. Ho lavorato come sommelier negli ultimi mesi, un'esperienza molto interessante perché è una mia passione da quando sono arrivato in Italia".
Hai mai pensato di ritornare nel mondo del calcio?
"Sì, il pensiero è diventato più forte nel periodo in cui ho lavorato in Brasile per commentare la Coppa del Mondo. Alcuni miei clienti possiedono delle società in Serie D, Promozione ed Eccellenza, c'è stato qualche discorso e non escludo di poter giocare ancora in quelle categorie. Ad oggi è solo un'idea, onestamente non so bene che farò".
Quindi, per te, non è ancora tempo di pensare ad un ruolo dietro la scrivania.
"Farò passare ancora un po' di tempo per riflettere bene, solo così prenderò la decisione migliore per me stesso".
Passando alla Juventus, la squadra non è partita bene ed è riuscita a rimettersi in carreggiata. Come è cambiata da inizio stagione?
"Il primo pensiero è che la Juventus - e anche Allegri - è tornata ad esser quella conosciuta da calciatore. Il mister, ad inizio stagione, sembrava molto nervoso e arrabbiato, ora invece è più tranquillo e disteso. La sua squadra difende bene, non prende gol, e con la qualità in suo possesso riesce sempre a far del male agli avversari. La Juve di oggi ha un'identità, e anche se non gioca bene riesce a portare a casa la vittoria".
Ci sono davvero tante similitudini con la tua prima stagione di bianconero. Sei d'accordo?
"Sì, anche se inizialmente ero scettico. Perché la mia Juve era una squadra vincente, si era smarrita e doveva rimettersi solo sulla strada giusta. I giocatori sono cambiati, ma la mentalità è tornata ad essere quella di una volta. Sicuramente farà molto bene, sarà lì a giocarsi il titolo se il Napoli dovesse rallentare. Ma i partenopei, a mio avviso, sono più forti, completi e bilanciati".
Come finirà venerdì sera?
"Farò di tutto per essere allo stadio, c'è davvero grande curiosità da parte mia di vedere questa grande sfida. Il Napoli non è partito forte, ma ci sono giocatori in grado di far la differenza. La difesa della Juve è tutta da superare, è molto forte e non prende gol da molte partite. Le due squadre mostreranno tutte le loro capacità, da qui capiremo quale sarà la direzione del campionato".
Che accadrebbe in caso di sconfitta dei bianconeri? Il campionato sarebbe ormai irraggiungibile?
"Rispondo citando la finale del Mondiale, mai avevo visto uno spettacolo del genere in vita mia. Ci sono stati molti ribaltamenti, a significato del fatto che nel calcio può succedere sempre di tutto. A mio parere, come dicevo prima, il Napoli è la squadra più forte e merita la testa della classifica. A mio avviso, è quella che ha più chance di vincere il campionato".
Però il tuo ex allenatore vive per queste sfide, col suo modo di giocare è sempre riuscito ad imbrigliare la squadra azzurra.
"Sì, il mister le prepara sempre bene le grandi sfide. E' un allenatore di esperienza, per ottenere determinati risultati sfoggia quel pizzico di cattiveria in più degli altri. Questo è un grosso vantaggio per lui. E' un grande scacchista, d'altronde questa può essere tranquillamente paragonata ad una partita di scacchi. Il Napoli è appena caduto, ma si è ripreso bene. Vediamo se sarà in grado di spostare l'inerzia dalla sua parte".
Il trio brasiliano di difesa ricorda un po' la BBC con cui hai giocato?
"Ci sta il paragone, ma sarei un po' cauto. Ho giocato insieme a Barzagli, Bonucci e Chiellini, e ho ben presente quanto si completassero a vicenda".
Soffermandomi sui brasiliani juventini, che trasformazione ha avuto Danilo in bianconero?
"Dico sempre che i giocatori vanno messi al loro posto, perché soltanto così puoi capire il loro massimo rendimento. Una vite, ad esempio, non la puoi metter fuori posto, altrimenti non serve a nulla. Lui ha sempre giocato come terzino, ma è stata la necessità di Allegri a trasformarlo in un centrale. Danilo, ritornando nel suo habitat naturale, è riuscito ad esplodere. E' un ragazzo serio, un professionista esemplare con tanta voglia di vincere".
Che pensi invece di Alex Sandro? Era meglio come terzino?
"Alex Sandro è un giocatore più tattico che offensivo, ha una forza fisica pazzesca ed è difficile superarlo. Adesso lui e Danilo giocano nel loro ruolo più congeniale. Bremer? E' il difensore del futuro. E' arrivato in nazionale con una personalità e una sicurezza incredibile. Giocatore pazzesco".
Passando al centrocampo, che ne pensi di quello attuale della Juve?
"E' un ottimo centrocampo a cui manca solo Pogba, il suo ritorno eleverà ancor di più la qualità. Per me sarà essenziale, nel momento in cui rientrerà, nel dare geometrie e trame di gioco. La Juve ha in rosa nomi importanti come quelli di Paredes, Rabiot e Miretti: giocano bene tecnicamente e sono bravi in marcatura, ma sono nella media. Ma Paul è il re del reparto".
Con il ritorno a pieno regime di Pogba e Di Maria, la Juve può vincere l'Europa League?
"Io citerei anche Chiesa, che ha fatto l'assist nell'ultimo match. La Juve è una squadra di campioni, può ambire a qualsiasi cosa ora che ha trovato una sua identità e una solidità difensiva. Anche al campionato".
Si ringrazia Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.