PROVA D'AUTORE - In 346 pagine "Alessandro Del Piero. l'ultimo atto di un campione infinito". Galimberti lo racconta: "Il più forte e il più amato. Facile invocarlo ora, bisognava pensarci prima"
di Andrea Bosco
Non ricordo chi fu. Forse Alfio Caruso che al “Giornale“ era il caporedattore dello sport (oltre che degli spettacoli e della televisione). Forse Tony Damascelli. Forse Elia Pagnoni. So che un giorno uscì “L'uomo chiamato Juventus“ rivolto a Giampiero Boniperti: calciatore, dirigente, infine presidente. Neppure Gianni o Umberto Agnelli avevano ricevuto una simile definizione. Dal Padova , era arrivato il ragazzino di San Vendemiano con un fisico da impiegato, ma anche con i piedi fatati. Con una forza mentale che solo i grandissimi hanno. Per 19 anni, vincendo tutto il possibile (anche con la maglia della Nazionale) tra gioie e dolori, tra prestazioni esaltanti, micidiali infortuni, panchine sofferte mai pubblicamente contestate. Fino ad un addio “imposto“ dalla società, ma indimenticabile in uno scenario da film hollywoodiano. Con un intero stadio in lacrime salutando il “suo“ campione.
Quel giorno Alessandro Del Piero è diventato il secondo “Uomo chiamato Juventus“. Quando l'Avvocato dopo aver tessuto le lodi di Baggio definendolo il “Raffaello del calcio“, indicò Del Piero come un “Pinturicchio“, la critica (calcistica) la prese come una diminutio. Ma l'Avvocato che “sapeva“ di arte era consapevole di aver citato un gigante della pittura italiana: Bernardino di Betto Betti, maestro della scuola umbra del secondo Quattrocento, che padroneggiava sia la pittura da tavola, che l'affresco che la miniatura. E che aveva uno stile raffinato che lo portò a rivaleggiare proprio con Raffaello e con il Perugino. Il soprannome di Pinturicchio (“piccolo pintor“) gli derivava dalla sua corporatura minuta. Bernardino Betto Betti lo fece proprio firmando con il soprannome numerose delle sue opere .
Tanti grandi campioni sono entrati nel cuore dei tifosi della Juventus. Così tanti e così straordinari che ci vorrebbe una enciclopedia per raccontarli tutti. Anche per una semplice carezza nel ricordo di quelli come Gianlucaccio Vialli e Tino Castano che recentemente ci hanno lasciati.
Alex Del Piero è uno che in realtà non ha mai lasciato la Juventus. Non potrà mai farlo. Unico per come ha saputo essere juventino. Nella vittoria e nella sconfitta. Per aver capito l'unicità di un club del quale l'Avvocato che l'amava quasi quanto amava la Fiat, dopo aver lodato gli avversari, era solito dire: “Noi? Beh noi, noi siamo la Juventus". E non era il pluralia majestatis che uno come lui, in fondo, avrebbe potuto permettersi. Noi: il più occasionale dei tifosi. E gli Alex Del Piero. Sul quale Alessandro Galimberti, giornalista e docente all'Università Cattolica di Milano, ha scritto un libro: "Alessandro Del Piero. l'ultimo atto di un campione infinito". Edizioni Diarkos Nella prefazione Bruno Pizzul, indimenticabile voce della Rai segnala il filo che ha condotto Galimberti a scrivere di Del Piero: la correttezza dei comportamenti, la modestia mantenuta anche nei momenti di massimo fulgore: uno capace di promuovere i fondamentali valori educativi dello sport. Per Galimberti, "Del Piero è stato il più forte e il più amato, non solo tra gli juventini".
Ho contattato Alberto Galimberti e quanto segue è il risultato della nostra conversazione .
E' un momento complicato quello che sta vivendo la Juventus. Forse il più complicato della sua storia. E l'immenso popolo che la venera da tempo invoca un ritorno di Alex Del Piero in società
“Per varie ragioni non si arrivò ad un saluto concordato. Del Piero nelle sue ultime stagioni alla Juve giocò poco ma risultò sempre decisivo. Tranne una fugace apparizione all' Allianz, lontano da un decennio dalla Juve: imprenditore all'estero, commentatore televisivo. Ma sempre nel cuore dei tifosi che gli tributarono nella sua ultima gara a Torino un saluto commovente e spontaneo“.
Il suo ritorno sarebbe un bene per la Juve?
“Durante i nove scudetti di fila, nessuno ha mai detto 'se ci fosse Del Piero'. I tifosi avevano la pancia talmente piena che neppure festeggiavano i titoli. Non mi ha sorpreso che le strade tra Alex e Andrea Agnelli si siano divise. Ora è facile invocare Alex come il salvatore della patria. Ma bisognava pensarci prima. Forse certe situazioni sarebbero state evitate. Ma la speranza dei tifosi è legittima e comprensibile“.
Del Piero, Mancini o Totti?
“Parliamo di calciatori straordinari. La creatività raffinata di Mancini. Il tiro e le soluzioni sfrontate di Totti. Ma la tecnica di Del Piero è stata probabilmente unica. Un numero 10 moderno. Leale: solo due rossi in carriera. E poi quel tiro morbido diventato un mantra: il tiro alla Del Piero“.
Il gol top di Del Piero ?
“Uno solo non basta. Il top per me a Bari dopo l'infortunio che lo tenne fermo un anno. Il più bello con la Fiorentina in rimonta dopo la doppietta di Vialli. Il più incredibile con il Dortmund in Germania . Il più importante in semifinale ai Mondiali contro la Germania“
Il Bernabeu che si spella le mani per un avversario. Raramente è accaduto nella casa dei blancos
“Del Piero è stato il calcio al livello dei più grandi. E il pubblico del Real Madrid che ha visto i migliori ha il palato fine. Sa riconoscere i fuoriclasse“ .
Del Piero e Totti assieme che coppia sarebbe stata?
“Incredibile. Trapattoni tentò l'esperimento. Ma in Italia abbiamo la sindrome di Tafazzi. Era già accaduto con Mazzola e Rivera (col resto di Mario Corso)“.
Ha dato più Del Piero alla Juventus o la società bianconera a Pinturicchio?
“Bisogna valutare l'arco temporale . Boniperti gli diede una occasione prelevandolo dal Padova . Gliela diede anche Lippi che si oppose alla sua cessione quando la Juve lo aveva praticamente venduto al Parma. Direi che nel tempo Del Piero ha rimborsato la Juventus. Lui scese in serie B con la “sua“ squadra dopo Calciopoli. Eppure Fergusson lo aveva chiamato. Alex declinò l'invito. Aveva 33 anni e rinunciò a disputare la Champion's. Rinunciò a giocare in un campionato che lo affascinava“ .
Eppure Capello sovente lo teneva in panchina preferendo giocare con Trezeguet e Ibra in attacco. E non andò meglio con Conte in una Juve che vinse lo scudetto ma che in attacco aveva i Vucinic, i Matri, i Quagliarella : ottimi giocatori ma non paragonabili a Del Piero.
“Gli allenatori sono sovente imperscrutabili. Eppure Del Piero entrava dalla panchina e faceva gol decisivi. Come quello in Coppa Italia con la Roma. O quello in campionato contro l'Inter a Torino. Che per me fu anche una risposta a Conte. Mai una protesta. Mai un labiale fuori posto, mai un gesto di stizza. Giocatore di uno spessore diverso“ .
Malinconia?
“Come non averne. Da ragazzino ho imparato cosa fosse il calcio guardando Alex Del Piero. Ho imparato molto anche dal suo comportamento: in campo e fuori dal campo. Oggi uno come Del Piero non esiste e chissà mai se ancora esisterà“ .
Perché in Italia non nascono più i Del Piero?
“Uno così nasce una volta ogni cinquant' anni. Oggi i ragazzi non hanno pazienza. Un tiro alla Del Piero non si improvvisa. Si costruisce oltre che con il talento anche con l'allenamento, la ripetizione del gesto. Ma Del Piero a farlo si divertiva. Oggi i ragazzi non si divertono a giocare. Gli interessa solo 'arrivare'“.
24 gennaio 2003: Gianni Agnelli è morto. Nel suo posto in tribuna al Delle Alpi c'è la sua sciarpa. Lo stadio è silenzioso: la morte di quell'uomo è una perdita devastante. In campo la Juventus affronta il Piacenza. E Del Piero fa un incredibile gol di tacco in acrobazia. Il suo omaggio a chi oltre che Pinturicchio lo aveva definito “Godot“ quando, dopo l'incidente patito ad Udine, sembrava avviato ad un inesorabile declino
“Un gol così, per farlo, devi averlo immaginato. Io credo che Alex in quel modo volesse segnare. Per onorare l'Avvocato“ .
Stava per andare al Parma, ma alla fine Luciano Moggi cedette Roberto Baggio: quanto deve Del Piero a Moggi?
“Avendo avuto, almeno così è sempre sembrato, un buon rapporto con la proprietà e con i dirigenti di allora Giraudo e Moggi, penso molto. Moggi del resto ha sempre avuto un grande fiuto per i giocatori“
La Juve oggi?
“Non me la sento di dire qualche cosa. Nonostante l'emergenza infortuni e quello che sta succedendo fuori dal campo, spero che la squadra si ricompatti e finisca bene la stagione“ .
Nonostante Del Piero (e tanti altri) la Juve ha sempre avuto difficoltà con la Champion's
“Una nel 96 l'ha vinta. Avesse vinto la finale del 97 con il Dortmund, che lo vide in tribuna per un tempo e poi in campo a fare un incredibile quanto inutile gol di tacco, probabilmente avrebbe vinto quel Pallone d'Oro che quell'anno assegnarono a Summer“.
Mondiale del 2006 non da titolare …
“Nessuna squadra, neppure le Juventus nelle quali lui spopolava è mai stata costruita per Del Piero. In Nazionale Alex si è sempre messo a disposizione della squadra, sacrificando il suo ego. Cosa non facile se ti chiami Alex Del Piero“ .
Lo rivedremo alla Juve ?
“Speriamo“
Gli hai mandato il tuo libro?
“L'ho mandato a chi cura la sua immagine“
Ti ha chiamato?
“Non ancora. Ma spero accadrà“.
Notarella personale: caro Alex Del Piero, il libro di Galimberti è corposo: 346 pagine. Ci vuole tempo a leggerlo.
Ma è un affettuoso atto di stima nei tuoi confronti. La riconoscenza del “tifoso” per quanto hai fatto con la maglia della Juventus, per come hai vissuto quei 19 anni incredibili e per quello che hai fatto provare a chi ti ha considerato una bandiera. Se non riesci a telefonare a Galimberti, almeno mandagli un biglietto: lo merita.
https://diarkos.it/index.php?r=catalog%2Fview&id=209
Autore ALBERTO GALIMBERTI
Titolo ALESSANDRO DEL PIERO
Collana GRANDE SPORT
Argomento SPORT
Pagine 360
Prezzo 18.00
Formato 14.00x21.00 cm
Legatura brossura con alette
EAN9788836161942