Padovan: "Schillaci? Ci fece delirare per la maglia azzurra, da anni lotta contro un tumore"

09.09.2024 12:00 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Padovan: "Schillaci? Ci fece delirare per la maglia azzurra, da anni lotta contro un tumore"
TuttoJuve.com
© foto di Federico De Luca

Sulle pagine de "Il Messaggero Veneto", Giancarlo Padovan dedica un pensiero a Totò Schillaci, ex attaccante della Juventus e della nazionale azzurra ricoverato in ospedale a Palermo: "La dolorosa riapparizione di Totò Schillaci, dopo un lunghissimo e dignitoso silenzio post carriera, coincide con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Da anni sta lottando con un tumore, fino a qualche mese fa sembrava addirittura che il male fosse stato sconfitto, ma da ieri la situazione sarebbe improvvisamente precipitata. Forse non è neppure un caso che si torni a parlare dell’ex attaccante di Messina, Juventus e Inter proprio tra due partite degli azzurri.

Quella di venerdì sera, clamorosamente vinta in casa della Francia e quella di questa sera, contro Israele, a Budapest. Schillaci, infatti, è stato il protagonista, quasi l’eroe, di Italia 90, il Mondiale casalingo in cui la Nazionale di Azeglio Vicini ci fece sognare fino alla semifinale di Napoli, persa ai calci di rigore contro l’Argentina di Maradona. Partito come riserva di Gianluca Vialli, Schillaci fece innamorare gli italiani con i suoi gol (alla fine fu capocannoniere con sei reti) e soprattutto con le sue esultanze. Ben lungi dai protagonismi attuali, Schillaci, che, come tutti, vestiva pantaloncini a mezza gamba, più vicini alla moda degli anni 70 che alle degenerazioni recenti, sgranava gli occhi fuori delle orbite, la bocca spalancata in un’espressione di stupore antico.

Consumatosi tra l’Inter e la chiusura di carriera al Jubilo Iwata, un’esperienza affrontata con la nuova compagna e l’interprete perennemente a disposizione. Sensibile e introverso, Schillaci è rimasto il ragazzo che ci fece delirare con la maglia azzurra, l’unica con la quale sia stato rispettato da tutti. Era un’altra Italia, eravamo altri italiani".