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Castiglia ricorda: "Al servizio di Del Piero quella sera al Bernabeu. Ranieri? Aveva ragione lui"

Luca Castiglia a Tuttojuve: dalla Primavera al debutto in prima squadra e fino alle esperienza in giro per l'Italia dopo il bianconero.
05.07.2024 20:10 di  Marco Spadavecchia   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Castiglia ricorda: "Al servizio di Del Piero quella sera al Bernabeu. Ranieri? Aveva ragione lui"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

"Quando si veste la maglia della Juventus si sente la responsabilità di onorarla nel miglior modo possibile. Sono tifoso juventino da sempre, per me è stato un grandissimo onore indossare quella maglia" ricorda il 35enne Luca Castiglia parlando dei suoi trascorsi in bianconero, dalla Primavera con Chiarenza alla prima squadra con Ranieri, con cui ha esordito in serie A nel 2008, prima del giro d'Italia passando per Cesena, Spal, Empoli, Pro Vercelli, Modena e Arezzo, tra le altre. 

Qual è stato l'insegnamento più importante che le ha lasciato la Juve?
"Ricordo mister Ranieri e le sue parole, in particolare. Mi disse che per fare il calciatore servano grandissima forza di volontà ed enorme cura dei dettagli. E quanto aveva ragione. In quel senso, forse avrei potuto fare qualcosa in più". 

A cosa si riferisce esattamente?
"A vent'anni si pensa che la carriera caschi giù dal cielo, a quell'età non tutti danno sempre il massimo. Personalmente, alcuni dettagli avrei potuto affrontarli meglio, tutto qui”. 

Ha qualche rimpianto?
"Non essere sempre stato un martello, insomma. Probabilmente non avrei giocato al Real Madrid, ma avrei potuto certamente fare di più". 

Magari avrebbe giocato nella Next Gen, se ci fosse stata all'epoca. Cosa ne pensa della seconda squadra bianconera?
"Conosco bene la Next Gen, l'ho anche affrontata ai playoff da avversario (l'ultima volta a maggio con l'Arezzo, ndr). Quest'anno la Juventus era forte forte. Si tratta di un progetto che sposo alla grande". 

Calcisticamente parlando, ha già una prospettiva a lungo termine?
"Ad Arezzo mi hanno offerto un posto nello staff, ma per il momento voglio ancora giocare. Sono alla Cairese, a casa mia e con la mia famiglia, a Cairo Montenotte. Voglio ancora divertirmi un po' in mezzo al campo, poi penserò alla panchina. Ho il patentino Uefa C e voglio continuare a studiare". 

A chi si ispira tra suoi ex allenatori?
"Ho avuto più di venti allenatori, cerco di prendere il meglio da tutti. Mi ispiro a Sarri, Longo, Mignani, Ventura. La mia miglior stagione l'ho vissuta alla Pro Vercelli con Grassadonia, ad esempio, credo molto nel suo calcio e nelle sue modalità di relazionarsi con i giocatori". 

Cosa ricorda in particolare del lavoro fatto con Sarri all'Empoli?
"Si tratta di un allenatore straordinario. È un tecnico super preparato e colto, il mister propone sul campo grande qualità. Con lui ero mezzala con Valdifiori e Ronaldo play, abbiamo vinto il campionato di B nel 2014. Anche per questo Sarri è certamente uno degli allenatori che stimo maggiormente". 

Tornando al bianconero e alla sua esperienza in prima squadra, cosa ricorda dei compagni dell'epoca?
"Ricordo il buon rapporto con Palladino e Chiellini. Pensando a un aneddoto, non potrò mai dimenticare la sfida contro il Real Madrid. Venni convocato da Ranieri. Tutti sanno poi come andò a finire, con la standing ovation del Bernabeu dedicata a Del Piero. A partita finita, Alex dimenticò il suo zainetto sul pullman. Andai io a cercare per lui quello zainetto, lo trovai e glielo riportai. Fu un un onore per me mettermi al suo servizio. Del Piero quella sera in particolare era un dio in terra, ma non solo quella sera".

Considerando l'attualità, cosa ne pensa di Thiago Motta?
"Sono curioso, Motta ha fatto super bene con il Bologna. Ci vorrà però del tempo per vedere il suo lavoro. Il club dovrà fare il resto rinforzando il centrocampo, cosa che è già avvenuta con Douglas Luiz". 

Qual è il giocatore più forte con cui ha giocato?
"Alla Juventus dico i classici nomi di Nedved, Del Piero e Trezeguet. Ad altri livelli penso a Sodinha, vedeva cose in mezzo al campo che altri non vedevano". 

Dove si vede lei invece tra cinque anni?
"Tra cinque anni vorrei già allenare. Quindi mi vedo su una panchina, magari di una squadra importante ligure... ma stiamo a vedere".