Valcareggi: "Bernardeschi non è un dieci. E' un bel pezzo di marmo che va modellato. Ha fatto bene ad andare alla Juve"

04.08.2017 23:45 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Valcareggi: "Bernardeschi non è un dieci. E' un bel pezzo di marmo che va modellato. Ha fatto bene ad andare alla Juve"
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© foto di Federico De Luca

Furio Valcareggi, agente di Emanuele Giaccherini e di altri giocatori di Serie A, ha rilasciato una lunga intervista a numero-diez.com. Ecco le sue considerazioni:

Un’estate difficile per la Fiorentina, un’estate colma di cessioni. I Della Valle hanno annunciato di voler vendere la società, e la distanza emotiva con i tifosi non è stata mai così ampia come ora. In che modo si riparte?

La Fiorentina in realtà è stata la regina del mercato, molti giocatori sono stati oggetto del desiderio di tante squadre. Se ne sono andati Borja Valero, Vecino, Bernardeschi e il futuro di Kalinic e di Badelj sembra lontano dalla città. Questo vuol dire che la società viola negli anni ha saputo scegliere: molti giocatori sono arrivati a Firenze da sconosciuti, e poi sono diventati grandi campioni, si pensi solo a Jovetic, Ljaijc, lo stesso Vecino. Nel calcio si spendono molti soldi, ma c’è poca possibilità di rientro, e quindi i Della Valle vanno capiti. La città di Firenze si è un po’ impaurita perché, nonostante l’attuale proprietà sia contestata ovunque, se questi due signori se ne andassero il futuro del club sarebbe molto incerto e pieno di dubbi. Potrebbe arrivare una proprietà straniera che non sente la passione della città come i Della Valle e che potrebbe fare scelte solo legate ad un discorso economico. Mi terrei stretto i Della Valle, anche se capisco che vogliano andarsene dopo anni di contestazione, a mio parere, ingiusta.

Secondo lei quindi i tifosi non dovrebbero essere arrabbiati con l’atteggiamento dei Della Valle? Le cessioni si possono anche fare, ma poi da qualche parte bisogna ripartire.

Ripeto, molti giocatori sono arrivati a Firenze da sconosciuti, ora mi viene in mente anche Salah. Io ho molta fiducia in Corvino, prenderà altri 4 o 5 giocatori che non avranno un nome altisonante, ma che potranno diventare il nuovo blocco da cui la Fiorentina ripartirà. Inoltre considera che c’è stata una pioggia di contestazioni e accuse nei confronti della società, ma ci sono già 11 mila abbonati. Questo perché al di là dei giocatori, che vanno e vengono, quello che conta è l’attaccamento del pubblico e della città. La passione viola, quella, non se ne va con i giocatori. L’anno scorso poi, nonostante la stagione non esaltante (comunque la viola è arrivata a tre punti dal Milan che fa l’Europa League), la Primavera è andata a giocarsi una finale scudetto. I ragazzi hanno perso, ma lì ci sono arrivati. C’è dunque una buona base da cui ripartire, non dimentichiamoci un ragazzo come Federico Chiesa, che crescerà ancora molto.

Un calciatore invece che è già cresciuto, ma che ancora non è diventato un campione, è un altro Federico: Bernardeschi. Farà il definitivo salto di qualità alla Juve?

Ci deve provare assolutamente. Non è un Numero Dieci, è un giocatore di corsa. Deve ancora migliorare qualcosa, ad esempio il controllo non è da top player. Lo stop dovrebbe essere subito orientato, e in questo lui fa ancora un po’ fatica, perché la palla gli rimane sempre un po’ troppo lontana. Poi ci ha già abituato a cose importanti, e in campo ci sa stare alla grande. Diciamo che è un bel pezzo di marmo che però va ancora un po’ modellato. Ha fatto bene ad andare alla Juventus, penso che un professionista, quando la Juve chiama, non può non andarci.

Era il momento giusto per questo trasferimento?

Per quanto riguarda la carriera del calciatore sì, era il momento giusto. L’unica cosa che avrebbe potuto farlo riflettere è che l’anno prossimo c’è il Mondiale, e a Torino potrebbe giocare di meno. Ma ripeto, quando la Juve chiama, bisogna andarci di fretta.

Uno dei suoi principali assistiti, invece, vive una situazione anomala. Sto parlando di Giaccherini, che a Napoli gioca molto meno di quanto meriterebbe. Non è sicuramente colpa di nessuno, ma la situazione rimane comunque strana.

Giocare nel Napoli per lui si è rivelato difficile, ma non ha mai avuto problemi con l’ambiente o con l’allenatore. Giaccherini è una mezzala, anche se Sarri lo vede come esterno alto a destra. Anche quel ruolo lo fa bene, ma portare via il posto a Callejon sarebbe impensabile.

A Firenze non le piacerebbe? Lo vedrei bene vicino a Chiesa, a ridosso della prima punta.

Certo che mi piacerebbe, ma dipende se piace alla Fiorentina. Sicuramente con Chiesa e un altro davanti, che potrebbe essere Kalinic o qualcun altro, sarebbe tanta roba.

Passando invece a trasferimenti ben più complessi, non si può non parlare dell’acquisto più costoso della storia. Nell’affare Neymar – Psg quanto conta il lato sportivo e quanto quello economico, legato agli introiti che questo trasferimento può generare?

A mio parere è un insieme di entrambe le cose. È chiaro che l’arrivo di Neymar porta al Psg numerosi benefici extra-calcistici, legati alle magliette vendute, agli sponsor e in generale all’immagine della società. Detto questo però Neymar è un fenomeno, e le sue prestazioni porteranno sicuramente più in alto il livello della squadra. E poi forse si era stancato di abbracciare Messi…

Sicuramente il ruolo da assoluto protagonista che avrà nel Psg ha influito. Secondo lei cambia davvero così tanto il valore della squadra francese, soprattutto in ottica Champions?

L’acquisto di Neymar va sicuramente in questa direzione, Neymar è uno che fa trenta/quaranta gol a stagione. Può far vincere da solo le partite alla squadra, come lui ce ne sono altri due o tre al mondo. Non si sta parlando solo di un grande giocatore, si sta parlando di un fenomeno, quello che dà qualcosa in più ad una squadra già forte.

Un’ultima domanda, legata al numero Dieci. Quali sono le caratteristiche del diez moderno?

Il Dieci è cambiato moltissimo negli anni, ma secondo me l’espressione migliore di questo numero è quella dei giocatori che lo hanno vestito nella fine degli anni novanta: i trequartisti come Baggio, Zola, Del Piero, Totti. Prima di loro invece il Dieci lo faceva la mezzala sinistra, con compiti d’inserimento. Anche lo stesso Antognoni aveva la Dieci sulle spalle, ma non era un Dieci. Ora, secondo me, il Dieci è l’attaccante, visto che le prime punte sono sempre più complete, e meno vincolate all’area di rigore.