FAGIOLI: "Indossare la maglia della Juventus è un onore. Pirlo era un modello, ora guardo Modric"
Nicolò Fagioli ha parlato ai microfoni di DAZN. Ecco le sue parole riportate da TuttoJuve.com: Indossare la maglia della Juventus è un onore, anche quando vai fuori e sei odiato: è motivo d’orgoglio in più".
Sai che Weah è un producer musicale?
"Sì? Forse avevo già sentito parlare, devo ascoltare le sue canzoni".
Ti piace correre?
"Mi piace correre, in campo se vuoi vincere devi correre. Soprattutto devi farti piacere correre dietro gli avversari.
Il ritiro: E’ la parte più faticosa della stagione perché devi ricominciare. Fisicamente non stai come durante la stagione, devi fare più fatica rispetto alle altre settimane durante la stagione. Serve moltissimo per preparare al meglio le prime partite di campionato per poi arrivare agli obiettivi finali".
In cosa ti senti più migliorato dalla passata stagione?
"L’attenzione a livello difensivo. Penso che in questo il mister mi abbia fatto crescere molto. In campo ti dà molta tranquillità, non è uno che ti aggredisce quando sbagli tecnicamente, ma è uno che si arrabbia di più quando sbagli l’atteggiamento. Devi stare sempre sul pezzo per tutta la partita, ma se sbagli tecnicamente è il primo a incoraggiarti".
Chi sono i tuoi modelli?
"Amavo Pirlo quando giocava, penso sia stato un fenomeno. Ora guardo molto Modric. Abbiamo fatto l’amichevole in tournée l’anno scorso, è stato incredibile. Ti toglie palla dai tuoi occhi prima che tu cerchi di aggredirlo".
Qualcuno che ti ha sorpreso?
"Theo Hernandez e Leao, ma non ci ho mai giocato contro. Sono dei giocatori incredibili".
Ti senti un po’ il trascinatore di questa nuova generazione di giocatori della Juve che sta venendo fuori?
"Ci sono i più grandi che ci trascinano, sono bravissimi a farlo. Ci aiutano sempre. La mia immagine può essere fonte d’ispirazione per i ragazzi più piccoli: fare un Under 23, un anno fuori, tornare qua e giocare te lo devi meritare. E’ un percorso bello".
L'arrivo alla Juventus...
"Sono arrivato qui che avevo 13 anni, sono quasi nove anni che sono qua. Ho sempre sognato di essere qua. Poi ovviamente devi fare il percorso dal settore giovanile fino alla primavera, poi in Under 23, che è importante perché ti prepara ad entrare nel calcio professionistico. Poi ho fatto un anno fuori in Serie B che mi è servito molto, è stato un anno fortunato perché siamo saliti in Serie A. Poi sono tornato qua e ho avuto le mie possibilità di giocare, sono stato contentissimo".
I miglioramenti: "E’ una parte che devi fare ogni anno e su qualsiasi aspetto. A livello di gol devo fare meglio, è una qualità che ho. Poi giocare più partite possibili".
E magari di giocare l’Europeo?
"Questo è un sogno perché l’Italia è veramente forte, ma è il mio sogno. Ce la posso fare, ma ci devo mettere tanta passione a tanto sacrificio".
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