Nell'attesa che la pecora belante si trasformi in una tigre che ruggisce

Nell'attesa che la pecora belante si trasformi in una tigre che ruggisceTuttoJuve.com
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
venerdì 20 dicembre 2013, 22:45Editoriale
di Enrico Danna
Dopo ciò che è successo in questi ultimi giorni e in queste ultime ore (dalla sentenza Farsopoli alla riapertura delle curve di Inter e Roma), la speranza è che a Torino, come dice una vecchia massima zen, "la pecora belante si trasformi in tigre

C'è una storia antica, che si tramanda nella tradizione orientale e che così recita: “Una tigre, che faceva faceva strage di greggi scorrazzando nei villaggi, un giorno venne finalmente uccisa. Avendo partorito da poco tempo, lasciò al mondo un cucciolo di tigrotto orfano e terrorizzato, che nessuno ebbe il coraggio di uccidere. Un pastore, vedendo un cucciolo così tenero ed impaurito, decise di adottarlo e di metterlo in mezzo alle sue pecore. Il tigrotto, aveva talmente tanta fame che, appena si trovò nel gregge, iniziò a prendere il latte dalle mammelle di una pecora. Vedendo questa scena, il pastore decise di lasciarlo crescere con il suo gregge, trattandolo al pari di un animale domestico. Il tigrotto quindi, cresceva manifestando timidezza e paura, brucando l’erba come una pecora, credendo di vivere tra i suoi simili. Un giorno, gli abitanti del villaggio videro un'altra tigre avvicinarsi allo stesso, a caccia di cibo. Quando l'animale attaccò il gregge, rimase stupito nel riconoscere, tra le pecore, la piccola tigre e quindi, decise di rinunciare al pasto; afferrò il tigrotto per il collo e lo portò nella sua tana. Giunti nella foresta, la tigre cercò di far capire al tigrotto quale fosse la sua vera natura, ma il piccolo, terrorizzato, belava forte e cercava di fuggire per tornare al villaggio. La tigre quindi, decise di prendere il tigrotto e di portarlo fino al fiume, onde dargli modo di specchiarsi nell'acqua e vedere finalmente la sua vera indole. Il piccolo tigrotto, immediatamente indietreggiò terrorizzato perché nell’acqua aveva visto non una, ma due tigri maestose.

Osservando con maggiore attenzione, il tigrotto si domandò chi fosse realmente e che cosa gli stesse accadendo. La vecchia tigre allora riportò il cucciolo alla sua tana e gli offrì della carne fresca, ma ancora quest'ultimo non riusciva a cibarsene in quanto abituato al sapore dell'erba che era solito brucare insieme alle pecore del gregge. Poco alla volta, il tigrotto iniziò ad assaggiare la carne, perché alla paura iniziale era subentrata una enorme attrazione per l’animale che lo aveva rapito e condotto con sè. Dopo aver gustato la carne, comprese finalmente quale fosse la sua vera natura e terminò il pasto con grande piacere e con una voglia e bramosia irresistibili dovute alla consapevolezza del suo essere più profondo che stava vedendo la luce. Alla fine il tigrotto emise un ruggito potente, che spezzò definitivamente l’illusione che lui fosse una pecora belante". Da questa storia, nasce un'antica massima zen che recita ”la pecora belante si è trasformata in una tigre che ruggisce”. Per la cultura e la tradizione orientali, la pecora è sinonimo di umiltà, mentre la tigre è il re degli animali. La speranza è che, dopo quanto accaduto in questi ultimi giorni e in queste ultime ore, anche a Torino, il tigrotto, troppo abituato a sentirsi pecora e a belare allegramente, trovi la consapevolezza della propria essenza, della propria indole ed inizi a ruggire con forza e maestosità per rivendicare il proprio ruolo di animale coraggioso, potente e rispettato. Oggi, la tigre è come in balia di un incantesimo che la rende prigioniera di un'immagine che non la rappresenta, ovvero quella della pecora. Il desiderio di piacere e di sentirsi accettata, portano la “tigre pecora” ad assumere atteggiamenti remissivi e passivi pur di piacere al gregge e di compiacere il pastore. Sappiamo bene che la tigre è invece, per indole, un animale libero ed indipendente: speriamo che presto riesca a liberarsi dall'incantesimo e torni a ruggire come un tempo sapeva fare.