Gazzetta - Exor, nessun aumento di capitale, la società ha un piano per evitarlo
Su Gazzetta si parla di Exor . Il piano societario va avanti, senza deragliamenti. La Juventus dovrà coniugare competitività ed equilibrio contabile. Questa è la linea di Exor, messa nero su bianco nel business plan 2024-27. Questa è la consapevolezza del management, che sa benissimo di doversi muovere in un corridoio stretto che non ammette, almeno nelle intenzioni, strade alternative. Cosa significa? Il club bianconero deve imparare a camminare sulle sue gambe, senza chiedere il supporto all’azionista, dopo aver accumulato negli ultimi 5 anni quasi 900 milioni di perdite. Nel 2023-24 la spesa sportiva è stata ridotta di 36 milioni rispetto al 2022-23. L’opera è proseguita la scorsa estate, quando ci si è mossi privilegiando investimenti sostenibili. Grazie anche al venir meno dei pesanti incentivi passati, si è registrato un taglio di 30-35 milioni, tra stipendi e ammortamenti, a valere sull’esercizio 2024-25.
Il bilancio al 30 giugno 2025 dovrà riportare un deficit entro i 32 milioni. Questo perché, a fronte di un patrimonio netto al 30 giugno 2024 di 42 milioni per Juventus Fc (quindi il bilancio separato), la perdita non può erodere più di un terzo del capitale sociale, pari a 15 milioni. Altrimenti scatterebbe l’obbligo della ricapitalizzazione, che non rientra nei progetti societari. La linea di Exor prevede che il management metta in atto una serie di azioni correttive per fronteggiare l’impatto negativo sull’esercizio 2025-26. La Juve ha ringiovanito la rosa abbassandone il costo a bilancio e gettando le basi per ulteriori plusvalenze. Oltre a Cambiaso, in linea teorica la società dispone di una manciata di giocatori dal valore di mercato significativamente superiore a quello immobilizzato: da Yildiz a Gatti, da Mbangula a Savona, senza considerare la miniera della Next Gen. Se, in assenza della Champions, il club bianconero non riuscisse a portare a termine le azioni correttive, alla fine l’azionista non si tirerebbe indietro. Ma la strada resta quella tracciata: gestione sostenibile, con l’obiettivo del ritorno all’utile e della generazione di cassa nel 2026-27.