28 maggio 2003, il triste epilogo della finale di Manchester

28.05.2011 16:15 di  Davide Lazzerini   vedi letture
28 maggio 2003, il triste epilogo della finale di Manchester
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© foto di Alberto Fornasari

Sono passati 8 anni da quel lontano 28 maggio 2003, data che tutti i tifosi juventini vorrebbero cancellare dalla propria memoria sportiva. Si gioca la finale di Champions League edizione 2002-2003. All'Old Trafford, il tempio del calcio per eccellenza, va in scena un incontro tutto italiano: Milan e Juventus si giocano la corona di regina d'Europa. La Vecchia Signora torna a disputare la finale della massima competizione continentale a distanza di 5 anni dall'incontro perso con il Real Madrid (rete di Mijatovic). Sono invece 7 gli anni trascorsi dall'ultimo trionfo, 22 maggio 1996, ottenuto nell'indimenticabile serata di Roma. Il Milan, dal canto suo, intende rispettare la tradizione che vede la squadra rossonera maggiormente incline alla dimensione europea rispetto alla dimensione nazionale. Anche i Diavoli tuttavia mancano da diversi anni all'appuntamento con la vittoria finale: è lontana 9 anni la finale di Atene, Milan - Barcellona 4 a 0. Le due squadre arrivano all'Old Trafford al termine di un cammino esaltante. La Juventus, già Campione d'Italia per la ventisettesima volta, riesce nell'impresa di eliminare dal proprio percorso squadre del calibro di Barcellona e Real Madrid. Indimenticabili alcuni estratti di quegli incontri. Dalla rete di Marcelo Zalayeta al Camp Nou nei tempi supplementari alla straordinaria serata di Torino, ritorno della semifinale con il Real Madrid. Agli occhi di tutti la partita perfetta. Dopo il 2 a 1 del Bernabeu la squadra di Marcello Lippi ribalta il risultato e sconfigge per 3 a 1 gli spagnoli. Trezeguet, Del Piero, Nedved i marcatori. Con Buffon che neutralizza un rigore a Luis Figo. La serata è purtroppo macchiata dall'ammonizione di Pavel Nedved, l'eroe della stagione, che essendo diffidato è costretto a saltare l'appuntamento finale. Un'assenza determinante. Le lacrime dell'Uomo di Cheb fanno da sottofondo alla felicità bianconera. Il Milan, invece, arriva a Manchester dopo aver sconfitto Ajax ed Inter in semifinale.

Non senza soffrire in entrambe le occasioni. Solo una rete di Inzaghi nel recupero dell'incontro con i lancieri di Amsterdam e un doppio pareggio con i cugini nerazzurri permettono ai rossoneri di raggiungere la finale. Che si gioca in un'atmosfera straordinaria. "In campo undici piemontesi tosti": questa la richiesta del popolo juventino. La finale è tesa, il gioco è poco spettacolare. Camoranesi non riesce nell'impresa di sostituire Nedved e per lunghi tratti del match è il Milan ad avere il pallino del gioco. I 90 minuti regolamentari si chiudono sullo 0 a 0. Ai supplementari il clima è ancora più teso. Antonio Conte colpisce una traversa che ancora trema per i tifosi juventini. Si va ai calci di rigore. Per la settima volta nella competizione la finale viene decisa dal dischetto. Per i bianconeri è ancora dolce il ricordo di Roma. Ma questa volta l'epilogo è diverso. Sbagliano Trezeguet, Montero e Zalayeta. Buffon ipnotizza Kaladze e Seedorf. Ma non basta. Il rigore decisivo di Shevchenko regala al Milan la sesta Coppa dei Campioni della storia. Lo sguardo pietrificato di Marcello Lippi e le lacrime di Nedved, il grande assente, si vorrebbero invece definitivamente dimenticare.