NERAZZURRI COME NOI!

Onesti, belli, vincenti senza “ruvvare” (Zanetti docet), affascinanti, moralmente puliti, simpatici e fenomenali. L’Inter, nell’immaginario erotico collettivo dei suoi tifosi, quelli normali e quelli VIP che magari guarda caso scrivono sui principali quotidiani nazionali, sportivi e non, è il non plus ultra del calcio pulito e spettacolare. Per alcuni, anzi, la seconda squadra di Milano, come ama definirla gran parte delle altre tifoserie italiane, trascende pure dallo sport, ha qualcosa di ultra terreno.
Lo deve aver pensato in queste ore anche Flavio Bondi, presidente di RCS Sport, che è advisor per la gestione dei diritti di sponsorizzazione del club nerazzurro, in occasione dell’annuale workshop delle aziende partner dell’Inter a Santa Margherita Ligure.
Il buon Bondi, in preda forse a una crisi mistica sulla via di San Massimo da Bosco Chiesanuova, non ha perso la grande occasione per tessere le lodi dell’azienda presieduta da Moratti, l’unico club ricercato dalla stessa RCS: “L'Inter è un'azienda che abbiamo voluto fortemente nel nostro portafoglio. In RCS nasciamo interisti e per noi era un'ambizione avere l'Inter tra i nostri partner sia dal punto di vista umano, sia da quello della passione.”
E fin qui niente di nuovo, lo avevamo capito tutti da qualche anno ormai, leggendo una qualsiasi delle prime pagine della Gazzetta, ma anche di quelle del Corriere della Sera (sempre gruppo RCS), che “nascono interisti”. E anche dalle deposizioni al processo di Napoli di Auricchio, l’unico membro delle forze dell’ordine al mondo a indagare e a formulare accuse leggendo le pagine di un giornale.
“Siamo sempre stati convinti di questa scelta e non vogliamo cercare altri club. Vogliamo pochi partner ma di grandissimo valore. Anche noi siamo passione e business, vogliamo che la passione si trasformi in risultati.”
E vabbè, al cuore non si comanda, per cui stendiamo pure qui un velo pietoso sul come questi risultati siano stati ottenuti dall’Inter.
A noi interessa altro. Perché RCS vuol dire anche John Philip Jacob Elkann, presidente di Fiat SpA, Exor (che controlla la Juventus) e della Giovanni Agnelli e C., ma anche consigliere di Amministrazione, influente, proprio del gruppo citato. Il “nostro” John, non ha nulla da dire in proposito? Gli va proprio bene tutto dopo insulti, offese e diffamazioni sulla storia non solo recente della Juventus da parte della rosea?
L'8 Settembre 2010, nel giorno del suo debutto nel patto di sindacato di RCS Media Group, dove era subentrato a Luca Cordero di Montezemolo (il quale resta comunque nel Cda della Quotidiani), John Elkann annunciò trionfante che l’accordo tra i grandi soci non avrebbe subito variazioni al suo rinnovo, come riportato dai principali quotidiani il giorno dopo, compresa lastampa.it. “È andato tutto bene, c’è coesione da parte degli azionisti in un periodo importante per l’editoria”, disse il presidente di Fiat al termine della riunione che era servita a una prima disamina delle linee guida del piano industriale 2011-2013, illustrate dall’amministratore delegato Antonello Perricone (altro uomo FIAT: è ex amministratore delegato dell'Editrice La Stampa e presidente della Publikompass, concessionaria di pubblicità del gruppo torinese di Elkann e Agnelli).
“E’ un momento che vede una grande trasformazione nell’editoria e c’è forte volontà negli azionisti di essere presenti nella vita della società” concluse.
Ma presenti in che modo? E quali di questi azionisti "presenti" lo sono di più di altri? E perché? Domande che ci piacerebbe un giorno non molto lontano avessero qualche risposta dai diretti interessati. Giusto per capire.