Meglio i motorini

Alzi la mano chi, quando ha letto sui giornali o sentito la notizia in televisione, non ha pensato a uno scherzo di pessimo gusto. Invece è tutto vero: nell’ipocrita Italia finto moralista, ovviamente antijuventina, un coro volgarotto ma innocente intonato da qualche migliaio di ragazzini è stato ritenuto offensivo verso il portiere dell’Udinese Brkic, e pertanto meritevole di sanzione disciplinare, sotto forma di una multa di 5.000 euro da far pagare alla Juventus. Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel in questo senso è stato inflessibile, e anzi ha perfino voluto sottolineare che tale ammenda era conseguente al fatto che “i (giovanissimi...) sostenitori (bianconeri) hanno rivolto ripetutamente ad un calciatore della squadra avversaria un coro ingiurioso”. Che poi in realtà questo tipo di coro di accompagnamento a un rinvio viene recitato in ogni stadio dell’ex Bel Paese, a ogni latitudine e a ogni estremo difensore, poco importa: quello che accade allo Stadium, l’impianto più invidiato e dunque odiato d’Italia, è il male assoluto. E come tale deve essere evidentemente trattato. La Juventus ha espresso sconcerto, noi incredulità, ma tutto sommato è andata bene: pensate se in porta nella squadra friulana ci avesse giocato qualcuno di nome Mario, magari pure col colore della pelle scura. Non osiamo immaginare cosa sarebbe accaduto, fra interrogazioni parlamentari, proposte di legge per esiliare in Siberia i bambini o per toglierli ai genitori e affidarli a qualche comunità di recupero.
Per adesso, dunque, sarà multa, ma alla prossima infrazione compiuta dai monelli scatteranno pene più severe: il sequestro della paghetta, a letto senza cena per tre settimane di fila e, nei casi più estremi pure un bel Daspo a vita che li caccerà via dalle scuole. Anche perché per qualcuno di loro ci sarebbe già l’aggravante di aver compiuto lesa maestà, osando intonare il coro “chi non salta nerazzurro è”! Evidentemente questi giovani teppistelli non sapevano che per alcuni giornalisti la Beneamata è come la mamma. Si, perché barzelletta su barzelletta, nel delirio generale di questi giorni c’è stato davvero anche un noto quotidiano sportivo che ha avuto da ridire su questo canto, che si intona da generazioni e che, a parti invertite, i tifosi interisti recitano normalmente contro quelli di Juve, Milan o Roma. Senza per questo, diciamocela tutta, offendere per davvero mai nessuno, dato che si tratta di un coro generalmente considerato poco offensivo. Ma si sa, quando uno “nasce tifoso interista” (citazione di un ex presidente di RCS Sport), fa male al cuore sentire qualsiasi cosa contro l’amato club.
E così mentre ci sarebbe da discutere, e seriamente, sui 120 tifosi laziali fermati dalle forze dell’ordine a Varsavia dopo avere seminato il panico nel centro della città con il lancio di pietre e bottiglie contro i furgoni della polizia, o focalizzare le attenzioni sui fatti di Bergamo, dove ieri l’altro scoppiava un putiferio fra atalantini e romanisti con feriti e incidenti gravi, dai social network alle trasmissioni televisive è stato un levarsi di scudi contro quattro bimbi. Tutti si sono scoperti educatissimi, padri e madri di figli iscritti da sempre a Oxford, tutti lord che con le rispettive famiglie vivono all’interno di quel mulino di una famosa pubblicità. Luoghi fatati dove mai nessuno osa o ha mai osato nominare la cacca.
Le accuse di inciviltà e di mancanza di cultura sportiva nei confronti dei ragazzini dello Stadium si sono sprecate, come se quest’ultima dovesse essere insegnata a chi nomina gli escrementi e non a chi in campo bestemmia contro il proprio ex presidente o i suoi ex tifosi, o picchia un attaccante mandandolo all’ospedale, o a chi lancia i motorini dagli spalti, tira bottiglie piene di urina contro i sostenitori avversari, oppure attacca il pullman della squadra che odia. O ancora a chi in televisione si permette di indicare, come ha fatto recentemente un noto conduttore di programmi di intrattenimento, il suo deretano sostenendo che in mezzo c’è lo “spogliatoio della Juventus”. Perché se sono questi gli esempi moralmente edificanti e da seguire, poi non meravigliamoci se un gruppo di ragazzini grida “merda” al rinvio di un portiere durante una partita. In fondo, fra le cose citate, è la meno peggio, con buona pace della (finta) sensibilità di tutti quei gentleman che notoriamente fanno parte del mondo del calcio italico.