Il culto dell' "Antijuventinismo"

04.04.2016 15:00 di  Caterina Baffoni   vedi letture
Il culto dell' "Antijuventinismo"
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ieri, al termine della peggiore delle partite disputate nell'era Sarri del Napoli allo Juventino non resta altro che sedersi ancora una volta per godersi lo spettacolo. Chapeau!
Ma se la serie positiva della Juve non vuol saperne di fermarsi, l'antijuventinismo non ci pensa nemmeno, raggiungendo parossismi grotteschi. Come se tutto fosse ammissibile.
Ci pensano prima l'allenatore toscano che - montando sterili polemiche su falsi presupposti di ogni nuova sfumatura ogni settimana - dimostra attitudini sterili più che da allenatore della squadra vincente; e poi il solito via vai di giocatori e giornalisti faziosi che inesorabilmente cercano il pelo nell'uovo, o magari si imbavagliano in segno di protesta in onda televisiva, o esultano senza rendersi conto di essere ripresi in diretta( ma ovviamente su questi episodi quasi tutti hanno memoria corta, guarda caso). Ma l'Italia è quel paese in cui tutto è lecito e dovuto, si sa. Purchè ci si faccia una risata sopra e non si sia Juventini.
Questa situazione ha però un inaspettato elemento positivo: La Juve è insopportabilmente antipatica quanto bella da vedere! Eh si! Mi riferisco all'antipatia che solo il fenomeno caciopolitiano ha potuto togliere di mezzo. Sono infatti ricominciate le manie di persecuzione con attacchi neanche tanto impliciti e prima alla classe arbitrale, non tanto per ritenuta incapacità, ma quanto per una ritenuta vera e propria parzialità dei componenti, e addirittura agli orari sfavorevoli di gioco per la lotta scudetto. Sempre a chiaro vantaggio bianconero. Ovvio. In buona sostanza si sta rifomentando il cosiddetto "sentimento popolare" contro la Vecchia Signora. Un qualcosa di simile ad un'ordalia al contrario: una sorta di plebiscito metafisico supportato da media e giornali, ha in tal modo sentenziato. Roba da oscurantisti. Da non confondersi con le manie persecutorie, perchè se si spera di sconfiggere definitivamente questa sorta di "rito", non è così, perchè il delirio persecutorio che affligge gli antijuventini è all'inizio della storia del calcio italiano. La percezione e la cognizione del soggetto juventino appaiono sempre compromesse. E' come se in Italia, attorno alla Juventus, aleggiasse una sorta di patologia quanto una sindrome  che può presentarsi in diverse forme: acuta o cronica ed essere espressione di una sofferenza metabolica. Mentre negli altri paesi si tende sempre ad elogiare le strisce trionfali di una squadra, ammirandone la cavalcata trionfante, in Italia questa storia della Juventus che vince sempre o quasi, è irritante.
Questa sorta di delirio-mediatico forse è causato proprio dalla consapevolezza  dell'inefficienza della propria squadra rispetto alle altrui abilità. 

Un sospiro di sollievo dopo Monaco, un atto di soffocamento dopo Udine per far riacutizzare la psicopatologia antijuventina in generale.


Si può senza dubbio sostenere che l’antijuventinismo sia un fenomeno e anche piuttosto antico nella storia del tifo italiota, che nell’essere “anti” qualsiasi cosa/squadra/personaggio ha spesso trovato la ragione del bruciore della frustrazione.

 L’antijuventinismo dunque esiste davvero. Ed è frutto di una sottocultura tutta italiana nella quale il riconoscimento del successo altrui è l’esercizio più complicato di tutti. Non ne è vittima solamente la Juventus, anche se ne rappresenta uno degli esempi mediaticamente più lampanti, ma che si riflette anche in altri campi sociali, così come politici o industriali. Invece di cercare di aumentare le proprie potenzialità migliorandosi, si cerca sempre di affossare l'altro. Dell’antijuventinismo si trovano le prime tracce, a partire dagli anni 30:epoca del quinquennio d’oro che proprio si riflette ad oggi. Vincere cinque scudetti di seguito proprio nel momento storico in cui nel Paese si sviluppavano i mass media ha creato contemporaneamente due fenomeni: il diffondersi del tifo juventino e la sua naturale antitesi. Nel frattempo l’antijuventinismo ha perfino varcato i confini del calcio assumendo sfumature, dal «Sono contro la Juventus perché è la squadra dei padroni che sfruttano gli operai» al credo fondamentale del «la Juve ruba».

In definitiva, l’antijuventinismo esiste, ma questo non ha impedito alla Juventus di continuare a esistere e vincere. Anzi, probabilmente è proprio grazie a questa sorta di religione avversa che Madama ha trovato man forte e fiducia per continuare a vincere, e vincere ancora una volta.