Banchieri, ex tecnico di Barbieri: "Lo suggerii alla Juve, è già pronto per giocare titolare in Serie A. Era come Bruno, ai dirigenti bianconeri dissi che..."
"Bisogna celebrare questo ragazzo, la sua famiglia, il Novara, il direttore Borghetti. L'intervista deve esser dedicata a loro, non certamente a me". Con queste premesse comincia la chiacchierata con Simone Banchieri, ex tecnico del Novara, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com ha parlato del suo pupillo Tommaso Barbieri che ben ha impressionato nell'amichevole con l'Arsenal e non solo:
Se le nomino Tommaso Barbieri, chi le viene in mente?
"Mi viene in mente quel ragazzino di sedici anni che, contro il parere di tutti, ho fatto esordire in prima squadra. L'ottima partita giocata contro l'Arsenal non mi stupisce, forse perché ho visto da vicino il suo percorso. Ha avuto la fortuna di avere tanti istruttori bravissimi, prima di me, a Novara, poi ci siamo conosciuti grazie al direttore Borghetti che è un genio del calcio e vede le cose prima di tutti gli altri. Lui era un po' come Bruno Fernandes: differente negli atteggiamenti, nell'aiutare gli altri, nel modo di approcciare al calcio".
Lo ha sentito dopo il match? Siete rimasti in contatto?
"Sì, gli ho scritto che ho rivisto la stessa prestazione con il Sassuolo negli 'Allievi Nazionali'. Ma si era destreggiato così bene anche in amichevole contro il Milan di Donnarumma e Theo Hernandez, per non parlare poi del gran match disputato contro il Lecco, alla sua prima da professionista, in cui incise davvero tanto. E' stato il giocatore più giovane della storia del Novara a siglare un gol, in occasione della partita con l'Albinoleffe. Il merito è tutto suo, ma anche della buona famiglia che c'è alle sue spalle".
Come è la sua famiglia?
"Ho conosciuto i suoi genitori due o tre settimane fa, ero andato a vedere la Juve Next Gen con il Sangiuliano City. Eppure è passato un po' di tempo dalla prima volta che ho allenato Tommaso, questo per far capire la discrezione di una famiglia che non è mai stata invadente e lo ha sempre aiutato. L'educazione, la crescita e il rispetto non sono dei valori da poco, potrà sembrar di poco conto ma lui con noi si è sempre rivolto utilizzando la forma di cortesia (dare del lei ndr) evitando la forma colloquiale. E' una mosca bianca, il suo rispetto è un esempio per tanti altri ragazzi che vogliono arrivare".
E il suo match con l'Arsenal è stato sontuoso, specialmente quell'azione nel primo tempo che ha permesso alla Juve di metter la testa fuori dalla propria area di rigore.
"A me non stupisce, quella sterzata vista contro l'Arsenal gliel'ho vista fare tantissime volte a Novara. Ha sempre avuto l'umiltà di saper ascoltare gli altri, nel calcio una delle componenti fondamentali è la testa e di questo ne parlavo proprio durante il match con il direttore Borghetti. Spero possa rimanere lo stesso ragazzo di sempre".
C'è un calciatore a cui assomiglia di più?
"Tempo fa lessi che assomigliava a Roberto Carlos con il carisma di Tardelli, ma direi proprio di no poiché Tommaso è un ragazzo unico nella sua specificità. Non ci mise molto, tra l'altro, a farsi notare proprio dai bianconeri, visto che il primo anno perdemmo lo scudetto proprio contro di loro. E uno dei motivi fu l'assenza per squalifica di Tommaso. Era la Juve di Riccio, Tongya e Sekulov, arrivammo secondi alle loro spalle in campionato e per noi fu un grandissimo risultato. Li battemmo, però, due volte su quattro, fu davvero una soddisfazione enorme".
Quindi i dirigenti bianconeri già lo conoscevano molto bene.
"Dissi loro che avrebbe giocato in Champions League, lo affermavo con cognizione di causa. Ci fu qualche sorriso ironico, forse pensavano esagerassi perché a sedici anni giocava a Novara, ma lo vedevo nella quotidianità e a me bastarono due allenamenti per capire le sue qualità. Se uno è forte, non importa la categoria in cui gioca. Con grande merito, è arrivato ad esordire con il Psg".
C'è qualche aneddoto che vuol raccontare in modo, così, da conoscerlo meglio?
"Sì, senza dubbio quello inerente la partita con il Lecco. In quella occasione fece almeno tre errore, e lo tolsi per stanchezza e non per scelta tecnica prima della fine della partita. I cronisti, in conferenza stampa, misero in dubbio questa scelta, ma con forza confermai la mia sensazione. E dissi, togliendo tutti dall'imbarazzo, che avrebbe giocato titolare le prossime dieci a prescindere da come avesse giocato. Fu un grosso attestato di stima nei suoi confronti".
A suo dire, tra qualche anno, lo vedremo titolare nella Juventus?
"Non vorrei risultare antipatico per chi farà le valutazioni, ma per me è già pronto a giocare oggi in Serie A. Lo dico da quando aveva sedici anni, oggi sarebbe troppo facile salire sul carro. Il calcio poi non dovrebbe avere tutti questi dubbi sui calciatori talentuosi come lui, ma è solo il mio punto di vista e di certo non voglio insegnare nulla a nessuno. E' un talento fuori dal comune, riesce a render semplice le cose più difficili. E' un giocatore di categoria superiore: più si alza il livello, più le sue prestazioni migliorano".
Curiosità: c'erano altri club, oltre la Juve, su di lui?
"In virtù di quanto tenessi a lui, gli ho suggerito andasse alla Juventus che è uno dei primi cinque club al mondo. E lui meritava tutto questo. C'erano altri club su Tommaso, oltre ai bianconeri, come Sassuolo, Fiorentina, Atletico Madrid. Spero anche non verrà dato in prestito per farsi le ossa in Serie B, ma perché il suo livello è superiore a questa categoria. Per me è all'altezza di giocare in tutti i top club".
Si ringrazia Simone Banchieri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.