Gli eroi in bianconero: Ivano BONETTI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
04.08.2014 10:40 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Ivano BONETTI
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Nato a Brescia il primo agosto del 1964, Ivano ha dato i suoi primi calci al pallone nelle formazioni giovanili della squadra della sua città. Dopo la tradizionale trafila nelle minori, esordisce in prima squadra ed in serie B a soli diciassette anni, l’11 ottobre del 1981. La partita, con la Lazio, si risolve con una sconfitta, ma a fine campionato saranno diciannove le presenze con una rete. Il Brescia, al termine di quella stagione, precipita in serie C1 e con Sonetti allenatore, l’anno successivo, gioca altre venti partite. Nel campionato 1983/84 le partite disputate dal buon Ivano, sempre ovviamente con il Brescia in serie C1, diventano 30 e le reti 2.

Nell’estate del 1984 si fa avanti il Genoa, del vulcanico presidente Renzo Fossati e per Bonetti si apre la porta della serie B. Tra i “cadetti” Ivano si fa valere ed, al termine dello campionato, può contare trentuno maglie da titolare ed una rete segnata.

La Juventus lo fa seguire dal suo staff di osservatori decide di portarlo a Torino: «Fossati», racconta Ivano, «mi ha fatto un enorme regalo cedendomi alla Juventus. In pratica sono arrivato nell’università del calcio».

La famiglia Bonetti è sempre stata ben rappresentata anche dal fratello Dario: «Avevo sempre sperato di imitare mio fratello», continua, «ma mi sembrava che la serie A fosse una meta difficilissima da raggiungere ed invece eccomi qui».

Ed invece, l’esordio in serie A è coinciso proprio con una partita tra la Juventus e la Roma. La vittoria è andata alla Juventus, 3-1 il risultato finale ed in campo, anche se con la maglia giallorossa, c’era il fratello Dario: «È stato magnifico esordire e vincere sotto gli occhi di Dario. Alla fine dell’incontro, Dario, non sapeva se essere triste per la sconfitta o felice per me. Io ero soltanto felice».

Ancora qualche presenza, un infortunio alla mano che non gli impedisce di essere al suo posto in panchina e, tutto sommato, una prima parte di stagione che si può definire, per un debuttante, positiva.

Un suo esperto e navigato compagno di squadra dice di lui: «Ivano è un ragazzo simpatico, allegro, disponibile. È uno che nella vita farà strada e non soltanto perché è capace a giocare a calcio».

Anche la seconda stagione in bianconero è molto positiva; Ivano parte spesso dalla panchina, ma alla fine può contare 23 gettoni di presenza ed una rete, all’ultima giornata, contro il “suo” Brescia. Purtroppo per lui, questi numeri non gli garantiscono la conferma e viene ceduto prima al Bologna e poi alla Sampdoria, con la quale vince uno storico scudetto.

Dopo un breve ritorno al Brescia, nel 1995 firma per il Grimsby Town, diventando il primo straniero della squadra e beniamino dei fan locali, tanto che, quando venne annunciato che occorrono 100.000 Sterline per affittare Bonetti dalla compagnia di gestione statunitense che ne detiene i diritti di servizi ed immagine, la cifra viene raccolta per metà dai tifosi e per metà dallo stesso Ivano.

Il culmine della sua prima stagione in Inghilterra lo raggiunge quando segna il goal vincente contro il West Bromich, all’epoca allenato dall’ex manager del Grimsby, Alan Buckley e nel quale giocavano diversi ex giocatori del Grimsby.

L’anno successivo si trasferisce prima al Tranmere Rovers, poi dopo una breve esperienza al Crystal Palace ritorna in Italia, al Genoa. Nel 2000 si trasferisce in Scozia, diventando allenatore-giocatore del Dundee F.C., insieme al fratello Dario.