Gli eroi in bianconero: Igor TUDOR
Igor Tudor nasce a Spalato nel 1978 ed ha appena compiuto venti anni quando, nell’autunno 1998, indossa per la prima volta con la maglia bianconera.
«Provengo dalla scuola dell’Hajduk, dove la didattica specifica è importantissima; è un aspetto che in Croazia si cura molto, mentre qui in Italia si punta di più sulla forza e sulla tattica. I miei maestri sono stati Jalic, Katalinic e Jovic; se tolgo i sei mesi per un’esperienza vissuta nel Trogir, squadra il cui valore equivale alla vostra C1, ho sempre militato nel club più blasonato di Spalato. Sono stato tesserato all’età di undici anni ed ho percorso tutte le tappe, dalla “Primavera” alla prima squadra; ho debuttato che avevo solo diciassette anni e sono arrivato alla Nazionale maggiore dopo aver indossato le maglie di tutte le rappresentative giovanili».
La Juventus lo acquista, su suggerimento di Lippi, perché capisce che, un ragazzone della sua stazza, anche se da migliorare tecnicamente, garantisce materiale di prima qualità ed il giusto entusiasmo. Il primo Tudor gioca in una Juventus, quella della stagione 1998/99, partita bene e poi naufragata in campionato, anche se, a dicembre, si trovava in testa alla classifica. Infortuni importanti, come quello di Del Piero, decimano la squadra ed il ragazzo croato tante occasioni di mettersi in mostra.
L’esordio avviene a Perugia, il 13 settembre 1998, prima giornata di campionato. È una partita, piena di emozioni per cuori forti, un match d’altri tempi. La Juventus che schiera al centro della difesa il giovane gigante prende subito il largo e proprio Tudor firma uno dei 4 goal del successo. Igor, incute timore agli avversari, per la notevole stazza atletica ed è un rude stopper di antica memoria.
La consacrazione arriva il 13 dicembre, a Firenze, quando deve incrociare i bulloni con Batistuta, capocannoniere della squadra viola; Igor conferma tutto il buono che si dice di lui, ma anche qualche lacuna ancora da colmare, causa la giovane età e la mancanza di esperienza. Con 23 presenze in campionato si dimostra un giocatore prezioso, infatti la successiva Juventus “ancelottiana” se lo tiene stretto ed il croato viene impiegato sempre più spesso.
Nel 2000/01 è presente 25 volte e segna 6 reti, molte di testa, la sua specialità. La Juventus ritrova Lippi l’anno successivo e, l’allenatore toscano, lo utilizza come un jolly, difensore di fascia destra o centrocampista aggiunto quando occorre, riuscendo ad affinare le sue qualità tecniche ed a registrare le sue potenzialità, anche come goleador.
Nonostante un infortunio che lo tiene fermo per diversi mesi, nell’anno dello scudetto 2002, colleziona 16 presenze e 4 reti: certi goal lasciano il segno per importanza ed autorevolezza, come quello che completa la rimonta al Chievo, in una infuocata sfida al “Delle Alpi” che vedeva i clivensi avanti di 2 goal. È ancora utile nel bis dell’anno successivo, prima di traslocare in prestito al Siena e contribuire, da par suo, alla salvezza dei toscani.
Nell’estate del 2006, dopo aver disputato il Mondiale con la nazionale croata, ritorna alla Juventus; purtroppo, a causa dei continui problemi fisici, non riesce mai a scendere in campo. A fine stagione, Igor ritorna a casa, ingaggiato dall’Hajduk Spalato.
Il Tudor che resterà a lungo nella mente e nel cuore dei fans è quello che, all’ultimo minuto, condanna il Deportivo La Coruña, nella Champions 2003, segnando il goal che vale la qualificazione ai quarti, con uno splendido tiro al volo, dopo un assist di Trézéguet.
I numeri di Igor: 173 presenze e 21 goal, 2 scudetti ed un Intertoto.