Moggi su Libero: "Mi dispiace per Facchetti ma ho sempre detto la verità"

16.07.2015 10:20 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Moggi su Libero: "Mi dispiace per Facchetti ma ho sempre detto la verità"
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© foto di Stefano Porta/PhotoViews

Sulle colonne di "Libero" Luciano Moggi torna sulla sua assoluzione dall'accusa di diffamazione nel processo che lo ha visto opposto a Gianfelice Facchetti: "Ieri presso il tribunale di Milano si è tenuto l’atto finale del processo intentato contro il sottoscritto da Gianfelice Facchetti, figlio del compianto Giacinto, solo per il fatto che io, durante una trasmissione a Sportitalia, reagendo ad una ennesima provocazione nerazzurra, riportai le parole che ebbe a scrivere il Procuratore federale Palazzi nella sua requisitoria: «L’Inter è la società che rischia più di tutte per il comportamento illegale del suo presidente Facchetti». Evidentemente Palazzi aveva ascoltato le intercettazioni di cui il Pm Narducci negò l’esistenza, pur sapendo che esistevano: «Piaccia o non piaccia non ci sono altre telefonate». Gianfelice pensò bene di querelare il sottoscritto e così facendo ha reso un pessimo servizio alla memoria del padre. Di sicuro si è procurato un po’ di pubblicità come aspirante attore. Ovviamente Narducci fece quelle dichiarazioni per far apparire esclusive le mie telefonate e i miei comportamenti e quando fu scoperta la gran mole di conversazioni esistenti non potè che dire «si difendono dicendo che così fanno tutti». Falso anche questo, perché per quanto ci riguarda non abbiamo mai chiesto ad un arbitro di aggiustare una partita come invece è successo per Cagliari-Inter, semifinale di Coppa Italia del 12 maggio 2005. D’altra parte Narducci, per dimostrare che il sorteggio non era regolare, fece togliere dal faldone il filmato del sorteggio stesso, sostituendolo con una foto in cui fu descritto un non meglio identificato signore come impiegato «AIA» in divisa che effettuava il sorteggio dell’arbitro assieme a Bergamo e d’accordo con quest’ultimo: si trattava di un giornalista inviato dall’Ussi per il sorteggio, la cosa venne allo scoperto perché interrogato come teste dette le sue generalità, Riccardo Bianchi, vice direttore della «Provincia di Como».

Fece diventare le Sim svizzere «segretissime» solo perché intercettandole non era stato riscontrato il traffico che il nostro Pm «desiderava», e non può neppure dire di non averle intercettate perché il Maresciallo Zino l’ha dovuto ammettere durante il suo interrogatorio: «Le abbiamo intercettate ma non abbiamo riscontrato traffico», il che vuol dire che non hanno trovato il materiale che più desideravano. Che dire poi del rivenditore delle suddette schede, il signor De Cellis, per il quale è già stata fissata la data del processo «per falsa testimonianza». Nel frattempo Narducci fa qualche capatina al mio paese accolto dal sindaco del posto in compagnia di Paolo Calabresi, l’attore delle «Iene» che ama travestirsi da Cardinale, divisa con la quale si presentò al presidente del Napoli De Laurentiis in occasione di una gara di campionato. Il patron non lo conosceva personalmente, ma lo riconobbero gli addetti allo stadio che impegnarono il «cardinale» in 100 metri niente male.

Come si suol dire «ognuno ha le compagnie che merita», compreso il sindaco di Monticiano".