Nicola Berti: "Scudetto '98 ci fu rubato. La Juve era fortissima, ma..."

In una lunga intervista concessa a fcinternews.it, l'ex centrocampista dell'Inter, Nicola Berti, ha parlato anche di Calciopoli, attaccando la Juventus: "Scudetto '98? La Juve era fortissima e forse aveva qualcosa in più rispetto a noi ma gli errori arbitrali furono clamorosi e quello fu un campionato che ci fu rubato. Io avevo deciso di andarmene perché non giocavo e non facevo più parte dei programmi di Simoni. Avrei potuto decidere di restare altri due anni, come voleva Moratti, nel ruolo più che altro di uomo-spogliatoio ma io volevo giocare visto che avevo 31 anni anche se venivo da tre infortuni di fila abbastanza gravi: è stata una scelta fatta per me stesso, per dimostrare che ero ancora un calciatore valido come poi ho dimostrato al Tottenham diventando, anche lì, un idolo per i tifosi”.
Il Mancini-pensiero prevede, o semplicemente sogna, per il 2015/2016, un’Inter capace di puntare allo scudetto. Pura utopia secondo molti ma non secondo Berti che rilancia: “Nel giro di due anni bisogna puntare alla vittoria del campionato ma probabilmente si può puntare al titolo già dalla prossima stagione. Con una Juve che ha vinto 4 scudetti consecutivi penso che ci si possa provare”.
E se qualcuno pensa che per poter inseguire il Tricolore serva una rivoluzione in casa Inter, Berti è molto più ottimista: “Bastano un paio di buoni rinforzi e questa squadra è da scudetto: servono un buon difensore e un centrocampista che possa giocare davanti alla difesa. Medel è bravo ma occorre qualcuno di maggior spessore. Se riusciamo a mettere a posto il pacchetto di centrocampo, con la qualità di Hernanes, Guarin e Kovacic ci sarà da divertirsi e potremo anche essere spettacolari. L’attacco deve essere confermato perché Icardi e Palacio sono una garanzia. Credo anche che i giocatori di maggio prestigio non vadano venduti anche se bisogna comprendere le esigenze di fare cassa e probabilmente uno tra i big verrà ceduto”.
Tra i big, costantemente con la valigia in mano ad ogni sessione di mercato, ci sono sicuramente Guarin e Icardi, pedine fondamentali: “Il colombiano è migliorato molto in questa stagione ed è anche più attaccato alla maglia avendo giocato oltretutto alcune partite da capitano. In passato era più anarchico in campo, ora mi sembra più ordinato e disposto a giocare per la squadra. L’argentino è un tipo particolare: ci sono rimasto male quando l’ho visto litigare con i tifosi dopo la sconfitta col Sassuolo. È stata una cosa che non ho capito ma credo sia dovuto al fatto che Mauro si senta un leader, un trascinatore e alla fine queste cose finiscono addirittura per rafforzare il legame tra il giocatore e la curva. Si impegna molto, magari tocca pochissimi palloni durante una partita ma si impegna molto e soprattutto la butta dentro”.
E se Berti avesse la bacchetta magica e potesse scegliere tre giocatori per rinforzare questa squadra? “Io sarei felicissimo se ne arrivassero due: Hummels, il difensore tedesco del Borussia, e Yaya Tourè che anche se ha 31 anni credo in poco tempo potrebbe ritrovare forze e motivazioni nuove soprattutto ritrovando un allenatore come un Mancini che per lui è un vero padre. Sarei già contento così ma se poi arrivasse anche Dybala non sarebbe male”.
Nonostante le stagioni negative alle spalle e un’altra in corso che sta per terminare senza troppa gloria, gli interisti possono avere fiducia nel futuro: “Il progetto è buono, anzi direi che lo si possa considerare quasi del tutto soddisfacente. Gli ultimi due anni sono stati difficili come era normale che fosse visto il cambio di società. Thohir all’inizio doveva capire bene come e dove investire e c’erano debiti da sistemare. Quest’anno Mancini è arrivato a stagione in corso e ora che avrà completa libertà di decidere la campagna acquisti dovrà essere bravo a costruire la squadra che vuole. Quest’anno a volte sono mancate grinta e passione ma è anche normale visto che ci sono molti più stranieri rispetto ai miei tempi che magari faticano di più a capire i tifosi, l’ambiente e l’importanza di questa maglia. Io credo comunque che tutti meritino ancora una possibilità perché non era facile rimettersi in carreggiata dopo la difficile esperienza con Mazzarri. Non possiamo fare altro che seguire il progetto di Thohir e farlo con entusiasmo. Certo una figura come Moratti manca ma le sue veci ora le sta facendo Zanetti che è sempre allo stadio e vicino alla squadra: è un po’ più introverso ma ha un enorme carisma”.