La Gazzetta accusa "prendere atto che questa è la frontiera: educarli ai valori dello sport..."
La Gazzetta parla dei bambini: 14’ del primo tempo quando Pirlo si è accasciato a terra, i 12 mila e passa bambini che hanno riempito le curve dello Stadium hanno trattenuto il fiato, preoccupati, come quando si rompe un giocattolo. Perciò si è alzato un coro semplice e istintivo di vocine: «Pirlo, Pirlo, Pirlo…». Solo il nome, come allo stadio non si sente mai. Un modo per dire: «Andrea non uscire, resta con noi a giocare». Questi sono i bambini come sono. Poi ci sono i bambini come li abbiamo fatti diventare noi adulti.
E sono quegli stessi 12.200 bambini che urlavano «merda» prima del rinvio di Brkic e cantavano «chi non salta interista è». Giocavano a fare i grandi. Non sono tifosi infetti, così come non sono camorristi i bambini che a Scampia giocano in strada alla Camorra. Indignarsi non ha senso. Meglio prendere atto che questa è la frontiera: educarli ai valori dello sport, fargli apprezzare il gusto del tifo a favore e la stupidità di quello contro. E poi migliorare noi, perché ci guardano e ci imitano.