Giletti: "Con l'addio di Marotta alla Juve si è rotto qualcosa, il problema dei conti nasce con l'arrivo di Ronaldo, inserito in un contesto complicato dovuto alla pandemia"
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Giletti, giirnalista e conduttore del programma "Non è l'arena". Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.
Pensieri sulla situazione della Juve?
"Il calcio è emozione, non è solo televisione. Avere una meta è fondamentale, come anche ritagliarsi un proprio spazio è rilevante. Per quanto concerne la situazione bianconera, quando emergono anticipazioni ed intercettazioni è perché in ballo ci sono degli interessi. Ma è sempre un racconto imparziale, non completo. Avere scritto alcune intercettazioni ha un valore nettamente differente. Ma di sicuro alla Juve è successo qualcosa di rivoluzionario, le cose non andavano soprattutto per il modo di affrontare il processo. Elkann diceva di dover ragionare, ha vinto la proprietà su Agnelli".
Nell'ultimo quinquennio sono state anellate scelte sbagliate: perdere Marotta è stato un problema?
"L'avevo ribadito due mesi fa, qualcosa si è rotto in quel momento, soprattutto nella scelta di puntare su Ronaldo. Il problema dei conti nasce con l'operazione Cristiano, inserito in un periodo complicato nel quale era presente il Covid, ha avuto un peso devastante sui bilanci. Anche le scelte degli allenatori della Juventus hanno avuto il loro peso, si parla di milioni di euro, di cifre elevate. Si sta pagando dazio per l'aver preso determinate decisione, anche se le valutazioni dei calciatori sono oggettive. Il calcio dovrebbe focalizzarsi maggiormente su sé stesso, perché non è più accettabile avete determinati calciatori in rosa e pagare stipendi molto elevati. Il modello da seguire è il Napoli di De Laurentiis, il quale ha avuto delle problematiche vissute nel migliore dei modi. Ma poi ha iniziato a vincere e sta puntando sui giovani: questa è una mentalità vicente. La Juve, invece, non ha avuto fiducia in Pirlo e non ha puntato su giocatori giovani".
I problemi della Juventus hanno un comune denominatore, Fabio Paratici: troppo potere ad una persona con uno stile differente a quello bianconero?
"Attendo i fatti, non mi attengo ad anticipazioni o a dichiarazioni trapelate dalla stampa. Attendo i processi e le parti le quali devono difendersi. Come nel 2006, tutti erano all'oscuro di alcuni episodi. Attendo i processi per poter giudicare. La Juve, tuttavia, ha vinto tanto per qualità e per capacità, ma l'addio di Marotta ha lasciato degli strascichi, è in quel momento che bisogna verificare alcune dinamiche. Le plusvalenze comunque sono un problema del calcio nel suo complesso. La bravura è fare calcio con i denari corretti, altrimenti si creano debiti pesanti da sostenere. Finché siamo in tempo, dobbiamo interrompere il processo di alcune plusvalenze. Intanto si attendono gli sviluppi della situazione. Chiaro che qualcosa non va, poi va scoperto cosa. Andrebbero effettuate valutazioni di determinate operazioni, tutte hanno un peso specifico. Vedi lo scambio Arthur-Pjanic, era un affare utile per il club bianconero e per il Barcellona: chi stabilisce le valutazioni? È un discorso complicato, la Juve è un SpA, dovrebbe essere prudente nella gestione dei soldi".
Calciopoli bis dal punto di vista sportivo? I calciatori riusciranno a trovare la concentrazione in vista della ripresa della Serie A?
"I giocatori sfasati trovano sempre il modo di non concentrarsi... Credo che si alzerà il livello della qualità della rosa con i ritorni di Chiesa e Pogba. I calciatori devono pensare a giocare, anche se sicuramente è il calcio nel complesso ad essere sotto inchiesta. Mi stupisce il fatto che agisce sempre solo la Procura di Torino. Finché non elimineremo la gentaglia delle curve, il calcio italiano non cambierà e resterà sempre sotto scacco. Questo genere di attività deve essere svolto dalle Procure di tutte le città".
Quale giocatore del Napoli vorresti alla Juve?
"La squadra bianconera fa fatica a trovare un regista, ruberei sicuramente Lobotka per il suo valore".