De Laurentiis: "Gli stadi nuovi? Siamo il paese delle mafie"
(ANSA) - MILANO, 05 APR - "O il calcio lo si intende come un'impresa, e purtroppo in Italia lo è a metà, o non si va da nessuna parte. I fondi sono una cosa importantissima, ma i fondi di solito devono investire in un settore per dare redditività ai propri investitori. In qualche modo sottraggono redditività al settore stesso, perché non lo fanno gratuitamente". Lo ha detto il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, intervenuto durante l'evento "Merger & Acquisition Summit 2023" organizzato dal Sole 24 Ore. "Perché io sono sempre stato contrario? Primo perché di calcio non capiscono nulla, se non ci stati dentro puoi chiamare i più grossi manager e fare la media company ma non è detto che ti assicurino il risultato - ha proseguito -. Cosa mi dà fastidio nella Lega Serie A? Che le proprietà non sono presenti. Sulla governance in Lega siamo scarsi perché ci mancano persone preparate per farlo. Ma le persone preparate per farlo le devi scegliere dopo che hai fatto un programma. Il problema grosso di cui nessuno mai parla è la pirateria.
Finalmente adesso sembrerebbe che a maggio esca questa nuova legge contro la pirateria. Puoi mettere tutti i manager più bravi, ma i fondi quando vedono che non c'è trippa per gatti scappano". Per quanto riguarda gli stadi, invece, per De Laurentiis "siamo indietro anni luce rispetto a Inghilterra e altre nazioni. Ma il problema degli stadi, dispiace doverlo dire, è che siamo il Paese in qualche modo più bello del mondo e poi siamo quello più violento con mafia, 'ndrangheta e camorra. Questo non aiuta. Quando diciamo dobbiamo rifare gli stadi, li dobbiamo rifare per chi? Se dobbiamo rifarli per farceli distruggere è inutile se non mettiamo un freno - ha aggiunto -. Questo è il Paese della Corte dei Conti e delle sovrintendenze, ma il calcio oggi dovrebbe avere il via libera, i Comuni che non mettono soldi negli stadi da anni dovrebbero cederli a un euro dando anche le autorizzazioni". (ANSA).