Beccantini: " Il Sivori del Duemila sarebbe l’attaccante di fantasia di un 4-4-2 ad assetto variabile, libero, voglio sperare, di evadere dalla gabbia dello schema"

12.02.2015 15:10 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Beccantini: " Il Sivori del Duemila sarebbe l’attaccante di fantasia di un 4-4-2 ad assetto variabile, libero, voglio sperare, di evadere dalla gabbia dello schema"

Roberto Beccantini nella sua rubrica, la rovesciata su Gazzetta dello Sport, ricorda Omar Sivori ecco alcuni estratti: "Il 17 febbraio di dieci anni fa ci lasciava Omar Sivori. Non ne aveva ancora settanta, e da tempo si era ritirato nella sua San Nicolas, in Argentina. Reclutato dalla Juventus di Umberto Agnelli, con Giampiero Boniperti e John Charles formò un trio che avrebbe fatto la storia. Era l’estate del 1957, l’Italia del boom: fu per me, e per molti come me, una scossa, una scintilla. Non portava soltanto i calzettoni giù e non era, semplicemente, una foresta di capelli e di nervi. Era un genio. E lo sarebbe anche in questo calcio isterico e cannibale, ostaggio delle righe di Adriano Galliani e dei passamontagna di Claudio Lotito. Sivori incarnava lo stupore della notte, spalancata: come protagonista e negli eccessi teatrali. Uomo di destra e giocatore di sinistro, «padre» di Diego Maradona, «nonno» di Leo Messi: pura arte, purissima polvere da sparo. Il Sivori del Duemila sarebbe l’attaccante di fantasia di un 4-4-2 ad assetto variabile, libero, voglio sperare, di evadere dalla gabbia dello schema. La sua Juventus gli offriva fionde come Bruno Nicolè e Gino Stacchini, il radar di Boniperti e un pivot di supporto del calibro di Charles, il gigante buono. Chiudete gli occhi: Sivori e Zlatan Ibrahimovic di punta, Arjen Robben e Franck Ribéry ai lati, Andrea Pirlo in regia. Musica, maestri. (...). Le magie. I dribbling. La lingua feroce: «La prossima volta scopriti, str...» sibilò a Carlo Mattrel che, preso un gol su punizione, si era giustificato così («ero coperto»). (...) Molti sono diventati juventini per «colpa» della sua straripante arroganza tecnica. Molti rivali ne hanno praticato il culto di nascosto, per paura di essere smascherati, al bar, dagli amici di fede. L’Avvocato lo definì un «vizio». Lo era. Lo sarebbe".