La Stampa - Conte aspetta Vargas
I tifosi gli riservano ovazioni da ultimo colpo di mercato, come fosse un top player. In alto, lo porta anche John Elkann. Lui, Antonio Conte, ringrazia e pianta i piedi per terra: «La proprietà pensa che possiamo vincere sin da subito? Sono concetti che devono servirci da stimolo - tenta di smorzare l'allenatore bianconero -, noi siamo in fase di costruzione. Le concorrenti allo scudetto una casa già ce l'hanno, la nostra la stiamo costruendo». Nessun atteggiamento lamentoso, sia chiaro, ma il messaggio deve essere per forza di cose condiviso da Marotta.
L'architetto del mercato sa a cosa fa riferimento Conte, quando dice che «per vincere ci vuole un progetto, servono le persone giuste». L'ad ha scelto la strategia dell'attesa, per piazzare il prossimo colpo «giusto». Magari confidando nell'effetto domino: come quello che vedrebbe Gilardino al Genoa, Amauri alla Fiorentina e Vargas a soddisfare le esigenze mancine.
La Juve «work in progress» ha incassato il sostegno del pubblico di Villar Perosa, ma del classico test con la Primavera il tecnico salva solo l'entusiasmo della gente: «Tutto quello che abbiamo fatto è da rivedere e da correggere - sentenzia Conte -. Il pubblico è stato fantastico. Questo attaccamento, a dispetto dei risultati deludenti degli ultimi due anni, genera responsabilità. Ma non parliamo di partita, parliamo della festa». Degli scudetti avvelenati, tuttavia, non può non parlare: «Ha ragione il presidente Agnelli a seguire la strada segnata. Per me la Juve ha ventinove titoli, ma ora pensiamo a tornare competitivi sul campo».
Il successo per 4-1, in effetti, svela pochi aspetti positivi. Troppo blando il ritmo, troppo sperimentale la formazione che ha avuto la meglio sui più giovani (reti di Pasquato, Iaquinta, Motta e Ziegler, di Beltrame il momentaneo pareggio). Di autentico c'era solo il modulo, il 4-2-4. Per suggerire certi movimenti, in realtà, Conte non ha mancato di sgolarsi. Il «leitmotiv» scattava non appena i suoi entravano in possesso palla, specie nel primo tempo, quando riferimenti centrali erano Del Piero e Vucinic, e sulle fasce correvano i giovani Ruggero e Pasquato: una delle due punte deve venire incontro al passaggio, gli esterni nel frattempo sono «cortesemente» invitati ad involarsi. La vuole aggressiva, la sua Juve.
Non potendo esserlo più di tanto, sia per le assenze, sia perché la sfida era tutta in famiglia, il timoniere bianconero ha preferito rimandare i giudizi all'impegno di domani a Salerno: «L'amichevole con il Betis Siviglia, da questo punto di vista, può essere più interessante. Lì mi aspetto tutt'altra partita, dobbiamo crescere d'intensità, voglio vedere un ritmo più alto». A quello, potrebbe già provvedere Vidal, rientrato solo ieri dall'impegno con il Cile: il tempo di soddisfare la fame di sorrisi e autografi e mostrare la sua verve, seppure per quattro minuti, quelli finali che gli ha concesso Conte.