Calciomercato: ai club italiani solo le briciole
Un tempo eravamo i Re del mercato. I migliori giocatori del panorama calcistico mondiale, facevano a spinte per accasarsi in una delle nostre squadre, attratti dall'appeal del nostro campionato ma soprattutto da una notevole capacità economica che rendeva il nostro campionato affascinante da un punto di vista "calcistico", ma soprattutto forte da un punto di vista economico.
Questa tendenza da tempo è stata invertita e mentre prima, potevamo vedere correre nei nostri prati i giocatori più blasonati del mondo, oggi molto spesso siamo costretti a guardarli da lontano vestire casacche straniere, attratti dal livello qualitativo dei campionati esteri, ma soprattutto dalle offerte economiche più allettanti e remunerative.
Che sia solo una questione economica o prettamente calcistica è difficile da stabilire. Forse a spingere i "top players" verso altri lidi è la somma di queste due cose.
"Il Sole 24 Ore", effettua un'analisi suggestiva dove fotografa la situazione del nostro campionato:
"Per avere un quadro nitido quanto sconfortante basta confrontare tutti i colpi di mercato dei club europei per un importo pari o superiore a 20 milioni di euro messi a segno negli ultimi 9 anni (dalla stagione 2003/04 compresa, fino ad oggi).
In questa classifica, il primo giocatore acquistato da una squadra italiana è il ‘puma' Emerson, trasferito dalla Roma alla Juve nell'estate 2004 per la cifra di 28 milioni e il suo nome compare solo al 38° posto della graduatoria che emerge dai dati forniti da Transfermarkt.it, l'autorevole sito di statistiche di calcio mercato.
A fare la voce grossa quando si tratta di accaparrarsi i pezzi da novanta sono le società di Premier League, che compaiono 21 volte nelle prime 37 posizioni (8 del Manchester City, 7 del Chelsea, 3 del Manchester United, 2 del Liverpool e 1 dell'Arsenal), 13 trasferimenti di Liga spagnola (primato del Real Madrid con 9 top players , e 4 del Barcellona), e uno ciascuno per il Bayern Monaco in Bundesliga, per i russi dello Zenit San Pietroburgo e da poche ore ci bagna il naso anche la Francia grazie all'acquisto di Xavier Pastore dal Palermo che, dopo il corteggiamento più o meno velato delle grandi d'Italia, si è accasato in riva alla Senna al Paris Saint-Germain. Riassumendo, ci sono ben 10 club di 5 nazioni diverse che in questi 9 anni hanno sborsato per un singolo giocatore più della cifra massima investita da un club italiano. Il mito del campionato più bello del mondo è sbriciolato da tempo se consideriamo che per trovare un acquisto dal costo pari o superiore a 30 milioni da parte di un club italiano dobbiamo risalire alla stagione 2002/03, quando Hernan Crespo passò dalla Lazio all'Inter per 36 milioni di euro e Nesta lasciò la Lazio per approdare in rossonero in cambio di 30,5 milioni di euro. Lustrini e champagne in quell' l'ultima sessione di mercato di grande sfarzo, con ben 7 dei 9 acquisti superiori ai 20 milioni di euro messi a segno dai nostri club".
Una trend negativo che diventa ancora più chiaro se prendiamo in considerazione i giocatori che abbandonano i nostri campi di gioco: Sanchez ceduto dall'Udinese al Barcellona per 26 milioni di euro più bonus, Pastore al PSG per 42 milioni, solo per citarne due, il tutto evidenziato dal fatto che "5 dei primi 7 trasferimenti tra due campionati europei diversi, hanno visto l'Italia come paese cedente".
Dati di fatto che ridimensionano notevolmente le nostre operazioni di mercato, un tempo protagonista assoluto in entrata ora campione nelle vendite.
E la Juventus? La Juve insieme al Napoli "risultano tra le prime cinque squadre d'Europa per cifra totale spesa, Cifra però spalmata su più giocatori di seconda fascia".
I casi Aguero e Giuseppe Rossi e la conseguente scelta di Vucinic, tutt'altro che un ripiego, sono l'emblema della crisi del nostro mercato in chiave bianconera, dove le spropositate richieste dei club di appartanenza dei giocatori, hanno spinto i dirigenti a scegliere il talento montenegrino.
Un sistema Calcio, quello italiano, che non può più competere economicamente con i campionati stranieri, spesso escluso dalle aste al rilancio che hanno per protagoniste le squadre di questi ultimi, soprattutto spagnole e inglesi.
Una soluzione può essere puntare sul fascino del nostro campionato un tempo indiscusso. Bisogna solo augurarsi che non si sia ridimensionato anche quello.