LE PROMESSE DELLA VECCHIA E DELLA NUOVA JUVENTUS
"Le ultime due stagioni vanno dimenticate, o meglio vanno tenute presente per non incorrere di nuovo in determinati errori". Dalla lontana Philadelphia Gianluigi Buffon svela uno dei comandamenti della Juventus di Antonio Conte.
Al portiere e ad Alessandro Del Piero il nuovo tecnico chiede un importante contributo alla causa bianconera, così come aveva ammesso in quel di Bardonecchia qualche giorno addietro: "Con loro sono molto severo sotto tutti i punti di vista. Sono stati compagni di mille battaglie. Adesso ho bisogno che mi diano un grande aiuto. E lo avrò, ne sono certo. Parliamo di gente, come Pirlo, che ha carisma e sa come si vince. Devono prendersi delle responsabilità e lo faranno".
Volendo fare i pessimisti, o comunque cercando di non abbandonarsi con troppa facilità all’ottimismo, verrebbe da dire che si tratta di buoni propositi già letti o sentiti nel passato. Quello recente, naturalmente, fatto di acquisti milionari e condito da promesse poi non mantenute sul campo.
"La mia intenzione, l’intenzione comunque dei ragazzi, è quella che la Juve non vuole e non vorrà perdere nessuna partita: che siano partite di Champions, di campionato, ma che siano anche le semplici amichevoli. Questo rientra nel DNA di questa squadra". Così parlò Ciro Ferrara all’alba del mese di luglio del 2009, quando - con un microfono in mano - spiegò ai giornalisti e agli spettatori riuniti dentro i capannoni delle "Officine Grandi Riparazioni" di Torino con quali motivazioni avrebbe guidato la sua truppa nell’anno della rivoluzione bianconera. La Vecchia Signora, stanca per il fatto di non riuscire più a vincere, sembrava ormai prossima (e pronta) a riprendere la strada del successo interrotta bruscamente nel 2006.
L’occasione propizia per svelare piani e progetti societari fu rappresentata dalla presentazione delle maglie per la stagione 2009-10, dove la curiosità generale venne catturata dalla seconda, quella color grigio. Acciaio, per la precisione. Erano state le parole pronunciate dall’Avvocato Agnelli prima della finale di Champions League disputata a Roma dai bianconeri contro l’Ajax (22 maggio 1996) a suggerire la scelta originale ad opera degli addetti della Nike: "Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo undici piemontesi tosti". Duri, quindi, come l’acciaio.
Così come lo erano state le certezze di Jean Claude Blanc, snocciolate attraverso numeri e conti, quelli che poi avrebbe ereditato Andrea Agnelli. Un’altra botta pesante alle casse bianconere l’avrebbe assestata l’acquisto di Felipe Melo, che si sarebbe concretizzato di lì a poco. Il tutto mentre Andrea Pirlo (oggi a Torino) sembrava in procinto di passare al Chelsea di Carlo Ancelotti, con i rossoneri che individuarono in Gaetano D’Agostino, oggetto dei desideri di Madama, uno dei suoi naturali (e possibili) sostituti.
A distanza di un anno, con interpreti diversi ed un calciomercato vissuto su ritmi più bassi rispetto al precedente, costellato di diversi movimenti in entrata ed in uscita ma senza che ancora si fosse concretizzata qualche trattativa con calciatori importanti, la musica fu più o meno la stessa. Il ruolo del direttore d’orchestra, questa volta, venne ricoperto da Luigi Del Neri (10 luglio 2010): "Non ci è precluso nulla, abbiamo tutti i mezzi per inseguire gli obiettivi anche se poi alla fine vince una sola squadra"; "Sono per il fare più che per il parlare"; "Il passato non mi interessa".
Qualche timore per il ripetersi di una stagione quantomeno difficile è riemerso al termine dell’amichevole disputata fra Juventus e Sporting Lisbona, frutto - ovviamente - delle ricorrenti delusioni subite in casa bianconera.
Le attenuanti per gli uomini di Conte erano (e sono) moltissime: ciò non basta, però, per soddisfare le attese di chi si aspettava, già alla data odierna, di assistere ad una decisa inversione di tendenza rispetto alle ultime annate. Questo vale tanto per quanto accade sul campo di gioco che per ciò che si sviluppa sui tavoli del calciomercato.
Dove si continuano a rincorrere voci di possibili acquisti nel reparto offensivo e sulla fascia sinistra della linea mediana, mentre sulla difesa si registrano ancora poche indiscrezioni. A parlare, come sempre, saranno i fatti. E i numeri: quelli dicono che nei due precedenti campionati di serie A la Juventus ha subito la bellezza di 103 reti, delle quali soltanto 7 sono arrivate direttamente da calci di rigore.
Per ora non rimane che attendere l’evolversi degli eventi, (ri)ascoltando le parole pronunciate quasi due settimane orsono da Conte: "Ai miei lo dico sempre: non dobbiamo pensare a quello che eravamo, ma a quello che la Juve deve essere. Sempre".
Speriamo le abbiano sentite tutti, ma proprio tutti, in casa bianconera.