IL "PIANO DI RILANCIO" DELLA JUVE E I 200 MILIONI DI EURO

13.05.2011 08:55 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
IL "PIANO DI RILANCIO" DELLA JUVE E I 200 MILIONI DI EURO
© foto di Filippo Gabutti

Nell'ultima gara di campionato la Juventus ha subito un'altra rimonta dopo essere passata in vantaggio per due reti a zero, la terza in tre mesi: lo scorso 12 marzo accadde a Cesena, il 23 aprile a Torino contro il Catania per finire a lunedì scorso (9 maggio), sempre allo stadio "Olimpico", con il Chievo. A quanto pare a questa squadra non bastano Del Piero e Matri per vincere: quello che loro creano, gli altri distruggono.

Nelle partite prese in considerazione i due attaccanti hanno realizzato tre goals a testa, senza che ciò servisse per portare a casa quei sei punti in più che ora consentirebbero alla Vecchia Signora di trovarsi in classifica davanti a Udinese, Roma e Lazio nella corsa al quarto posto. Partendo, oltretutto, dal vantaggio derivante dai risultati ottenuti nei confronti diretti, ulteriore prova di una formazione che in questa stagione si è spesso comportata da "grande" contro le "grandi" e da "piccola" con le "piccole". "Ciofeca" di Gattuso a parte.

I giocatori hanno recentemente fatto gruppo intorno al proprio allenatore, quel Luigi Del Neri che si trova sulla graticola da mesi e che ciononostante conservava fino a poche ore fa buone possibilità di una conferma alla guida della Juventus anche per il prossimo campionato. Sino all'incontro col Chievo, ovviamente: da quel momento in poi la percentuale in tal senso si è (quasi) azzerata.

Una difesa, quella dei calciatori juventini, costruita con le parole più che con i fatti: se al tecnico di Aquileia si possono imputare errori di diversa natura e durata nell'arco della sua permanenza sotto la Mole, nell'attimo di follia che ha consentito ai gialloblù di Pioli di segnare due goals in un minuto a Buffon c'è stata una buona dose di compartecipazione da parte di chi si trovava in quegli istanti in campo. Non si è trattato dell'unico "scivolone" dei bianconeri avvenuto nel corso della gara, ma ha rappresentato comunque il momento decisivo per le sorti del match. La successiva rete per gli ospiti incredibilmente fallita da Uribe ha impedito loro di ottenere un successo che non avrebbe sostanzialmente intaccato il rammarico dei tifosi della Vecchia Signora per l'ennesima vittoria buttata al vento.

Madama nella prossima stagione cambierà nuovamente allenatore, alla ricerca della persona giusta cui affidare la guida di una rosa che necessariamente verrà cambiata, se non stravolta, rispetto all'attuale. Che poi si voglia chiamare quest'operazione "progetto", "piano ambizioso", "correzione", "rivoluzione" o "evoluzione", poco cambia. L'importante è la "sostanza", quella che è mancata negli ultimi anni dietro a (quasi) tutti gli interventi della società, così come della proprietà. L'unico pezzo del club che - considerando anche quanto accaduto recentemente - non è ancora mutato.

Ad oggi i sostenitori bianconeri stanno assistendo sconcertati al comportamento di un club che cambia pelle e connotati ogni estate, salvo ritrovarsi nella primavera successiva al punto di partenza. Lo scorso 15 aprile 2010, giusto per fare un esempio, alla vigilia di Inter-Juventus di campionato disputato al "Meazza" e vinto dai nerazzurri col risultato di 2-0, la "Gazzetta dello Sport" in prima pagina titolò: "Juve, 200 milioni per lo scudetto". Di Benitez si diceva che avesse nove giorni di tempo a disposizione per accettare il progetto (ancora...) triennale della Vecchia Signora. Nel caso in cui la sua risposta fosse stata negativa, erano già pronte due alternative: Prandelli e Allegri. Mascherano e Dzeko (o Torres), invece, erano le soluzioni possibili indicate dal quotidiano per rinforzare la squadra.
Quello che accadde nella realtà dei fatti, è ormai cosa nota.

Giovedì 12 maggio 2011, sempre il giornale in questione ha riportato la notizia: "Juve da 200 milioni". Il "piano di rilancio" (questo è nuovo... ) prevede adesso un percorso di quattro anni, e i giocatori sui quali la società punterà forte saranno Pirlo (a parametro zero), Fernando, Pastore e Pinilla (oppure uno fra Tevez, Aguero e Benzema). Sull'allenatore c'è ancora incertezza, anche se i nomi più accreditati sono quelli dei soliti noti: Villas Boas, Antonio Conte o Mazzarri.

A differenza di quanto accaduto nel corso degli ultimi due anni il tecnico bianconero che ha iniziato la stagione ha poi avuto modo di completarla. Questo non è servito a risollevare le sorti di un'annata che la Vecchia Signora ha visto compromettersi proprio a partire dalla gara interna disputata contro il Parma, il suo prossimo avversario, nel giorno dell'Epifania. Le parole pronunciate da Del Neri negli attimi successivi all'incontro con il Chievo rendono l'idea della rassegnazione di un ambiente che ora ha davvero poco (nulla) da chiedere a questo campionato: "Ci manca l'esperienza, l'equilibrio. Falliamo gli appuntamenti emotivi e finiamo vittima di situazioni paradossali".

"Siamo un enorme cantiere dove quasi tutto è cambiato, dall'autista del pullman ai vertici amministrativi e tecnici. Abbiate pazienza, aspettateci", disse Marcello Lippi nel lontano 1994, all'alba di un nuovo ciclo di vittorie bianconere. Dietro a quella Juventus c'erano due Agnelli, Giovanni e Umberto, e al suo timone un trio composto da Luciano Moggi, Roberto Bettega e Antonio Giraudo.
L'amore verso il club da parte della proprietà e la massima competenza di chi la guidava: questa era la ricetta vincente.
Con i 200 milioni di euro (o 120, 100...) si fanno solo i titoli da prima pagina.