La Stampa - Aquilani: "Nella Juve vita da mediano E alla fine non sei lucido"
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Aquilani, con il distacco che ha la Juve, la partita con la Roma diventa l'ultima occasione per l'Europa?
«Ormai non si parla più di un'ultima spiaggia perché lo sono tutte. Del Neri dice che ci attendono otto finali e dobbiamo provare a vincerle: non sarà facile ma il nostro obiettivo è diventato salvare il salvabile e onorare la maglia».
Quando accettò la Juve si aspettava tante difficoltà?
«Immaginavo che ci sarebbero state con un allenatore e tanti giocatori nuovi. Il momento però è più difficile del previsto».
Lei ha anche detto che alla Juve manca la qualità della Nazionale.
«Ho soltanto detto che in Nazionale c'è molta qualità ed è più facile giocare in un ruolo diverso. Alla Juve faccio il mediano, mi tocca inseguire l'avversario, preoccuparmi della copertura e alla lunga è un lavoro che diminuisce la lucidità».
Che differenze vede tra il Del Neri della Juve e della Roma?
«Alla Roma era ingiudicabile, sia per la situazione che per il poco tempo in cui rimase. Alla Juve è un altro allenatore».
Si è chiesto le ragioni della crisi?
«La Juve ha un nome pesante e non le viene concesso il tempo che le sarebbe servito per crescere. Noi siamo gli stessi che hanno fatto bene in Nazionale perciò non si può dire che siamo una squadra mediocre, evidentemente c'è qualche altra ragione se giochiamo meno bene. Mancano la tranquillità e la serenità».
Come immagina il suo primo ritorno a Roma da avversario?
«L'ho temuto dal primo giorno che sono arrivato alla Juve. Sarà sicuramente una domenica delicata».
Teme una contestazione?
«Mi aspetterei una dimostrazione di affetto dal momento che nella Roma sono cresciuto e ne sono un tifoso. Ma non so se i romanisti me lo dimostreranno».
Soprattutto se segnasse un gol.
«Comunque, se lo facessi non esulterei».
Non pensa che sia possibile un suo ritorno alla Roma visto che si dice che il Liverpool debba ancora i soldi del suo acquisto?
«Mi sembra difficile. Me ne andai perché avevo capito che per me non c'era più posto e che dovevo fare un'altra esperienza di vita, di cui non mi sono pentito perché vivere in Inghilterra mi ha maturato. Per riavermi a Roma dovrebbero chiamarmi. Le pare poco?»
Invece la Juve e il Liverpool l'hanno chiamata?
«Anche questo è vero. Non ho segnali né dall'una né dall'altra, benché sappia che anche a Liverpool mi apprezzano. Mi sono imposto di non pensarci e di dare il meglio che posso, a fine stagione vedremo cosa succederà».
Può cambiare qualcosa con l'arrivo degli americani alla Roma?
«Per me non credo. Da tifoso sono curioso di vedere cosa faranno e lo sarò ancora di più quando avranno cominciato a farlo. Con tutta questa attesa dovranno pur comprare qualche campione».
Buffon può essere il primo?
«Non sarebbe male se lo prendessero. Io però non faccio il procuratore e non ne so niente».
Non ne avete parlato in Nazionale?
«Solo qualche battuta sulla casa da prendere a Roma: se cercarla in centro oppure all'Eur».
Che effetto le fa vedere Montella in panchina?
«Un bell'effetto. Nello spogliatoio eravamo vicini e si capiva che aveva le idee chiare. Non è un caso se sta facendo bene».