ESCLUSIVA TJ - ECCO IL DOCUMENTO CHE SMONTA L'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE TRA MOGGI E DE SANTIS

dal nostro inviato a Napoli
12.10.2010 10:55 di  Vincenzo Ricchiuti   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - ECCO IL DOCUMENTO CHE SMONTA L'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE TRA MOGGI E DE SANTIS

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Facciamola breve. Massimo De Santis è stato accusato di far parte di una Cupola che avrebbe condizionato il campionato di calcio 2004-2005. La Cupola facente capo a Luciano Moggi. L’accusa si basa sul lavoro investigativo dell’allora maggiore Attilio Auricchio al comando di una squadretta di carabinieri per l’occasione. Auricchio ha accusato De Santis di aver fatto parte della Cupola e di essersene fintamente allontanato a partire dalla ricezione di un avviso riguardante la proroga delle indagini preliminari svolte dalla Procura di Napoli in merito all’inchiesta sulla cosiddetta combriccola romana e il calcio scommesse. Inchiesta, è da aggiungere, sfociata in un nulla di fatto per gli arbitri indagati. La notizia di essere sotto osservazione investigativa da parte degli organi giudiziari avrebbe spinto De Santis, sino ad allora colluso con Moggi, a “sdoganarsi”. Ossia, a simulare un comportamento arbitrale insospettabile onde sviare sospetti e fugare dubbi. Un trasformismo furbo, all’italiana. Auricchio ha asserito in aula, l’unico momento che conti, che De Santis si sarebbe sdoganato a partire dal Febbraio 2005 quando avrebbe avuto una spiata informale in tal senso. Spiata confermata poi dalla ricezione materiale del documento nel mese di Aprile di quell’anno. De Santis sodale di Moggi sa a partire da Febbraio che ogni sua mossa è sotto osservazione. Si regola dunque di conseguenza smarcandosi apparentemente dal sodalizio criminale. E’ la cosiddetta teoria dello sdoganamento. Teoria tutt’altro che secondaria, anzi.

La teoria dello sdoganamento è essenziale perché altrimenti non si capirebbe come mai De Santis pur facendo parte della Cupola di Moggi abbia “danneggiato” dal Febbraio in poi la squadra di Moggi in diverse occasioni. Non si spiegherebbe Parma-Juventus con un rigore netto negato a Del Piero. Non si capirebbe Fiorentina-Milan, quella Fiorentina-Milan arbitrata una settimana prima dello scontro diretto Milan-Juventus valevole per lo scudetto durante la quale avrebbe potuto ammonire importanti diffidati del Milan come Nesta, Seedorf, Rui Costa decimando la squadra rossonera in favore della Juve di Moggi. E ce ne sono tanti altri di episodi “antimoggiani” del genere, sia prima che dopo quel benedetto Febbraio. Insomma, senza lo sdoganamento bisognerebbe pensare a un De Santis che pur associato a Moggi non lo favorisca. Un paradosso. Una forzatura.
Senza lo sdoganamento a Febbraio 2005, Massimo De Santis non può essere considerato a rigor di logica un membro della Cupola. Oggi questa è diventata una verità processuale.
Auricchio ha datato a Febbraio-Aprile la ricezione del documento che avrebbe sdoganato De Santis. Febbraio a voce, Aprile ufficialmente. Invece non è più così.
L’avvocato Gallinelli oggi 12 Ottobre del 2010 ha presentato il documento in questione, peraltro già preannunciato durante il riesame di Auricchio del 30 Marzo scorso. Il documento è datato 09/05/05. Maggio, non Febbraio. E sarebbe stato ricevuto materialmente da Massimo De Santis a fine Giugno del 2005, di ritorno da una trasferta. E’ la prassi. Ci vogliono dai venti ai trenta giorni per ricevere atti del genere. Quindi arriviamo a Giugno 2005. Giugno, non Febbraio. Con la serie A finita da un mese. E allora ?
Il documento dice dunque una cosa molto semplice.
L’arbitro Massimo De Santis ha saputo di essere sotto indagine a campionato 2004-2005 oramai terminato.
L’arbitro Massimo De Santis avrebbe “condizionato” o “controcondizionato” come vi pare a luci spente, a giochi oramai fatti.
L’associazione a delinquere tra l’arbitro Massimo De Santis e Luciano Moggi non è stata provata. Ergo, non esiste.
L’avv.to Gallinelli presenterà nell’udienza odierna insieme al documento in questione istanza di falsa testimonianza nei confronti dell’investigatore, l’ex maggiore Auricchio.
Comunque vada, finisce un’epoca.
E’ un atto dovuto, dice. O l’inizio dovuto di qualcosa che da quattro anni si deve a tanta gente. Al processo, certo. E alle sue verità. Ma è qualcosa che si deve non solo alla legge. Si deve alla giustizia, a Moggi, De Santis. Di più. Tutti noi. Fate voi.