LA JUVE TRA MAROTTA, BENITEZ E IL BARI...

Iniziano a concretizzarsi le voci sui nomi nuovi per la Juve del futuro. Nel giorno della gara contro il Bari, cade il 15° anniversario dell'addio di Andrea Fortunato. Ciao Andrea
25.04.2010 10:54 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
LA JUVE TRA MAROTTA, BENITEZ E IL BARI...
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© foto di Federico De Luca

"Marotta rimane alla Sampdoria al mille per cento" (Riccardo Garrone, 7 giugno 2009).
"Ho letto di Marotta in questi giorni sui giornali. Per la mia responsabilità di imprenditore a capo della ERG per quarant'anni, se un manager giovane come Marotta viene avvicinato alla Juventus nessun risentimento. Se riceve una proposta nessuna obiezione" (Riccardo Garrone, 22 aprile 2010).
Era l’uomo giusto; quello che non andava bene, era il "momento". Marotta alla Juventus: a leggere tra le righe delle dichiarazioni del presidente della Sampdoria, rilasciate in due periodi ben distinti, questa volta il matrimonio s’ha da fare.
Se "uno più uno fa due" (per gli interisti spesso "fa tre", ma questa è un’altra storia…) finalmente un uomo di competenza e spessore in materia calcistica è in procinto di tornare a Torino, in casa bianconera.
Un posto dietro la scrivania offerto a chi vive "da dentro" quel mondo da quando aveva otto anni: ha iniziato come garzone, a Varese, nel 1965. Il sogno era quello di diventare magazziniere, nel frattempo gonfiava i palloni con la pompa delle biciclette (all’occorrenza, con il fiato) e puliva le scarpe ai calciatori: con lucido e grasso preparava gli strumenti del mestiere a quella squadra che all’epoca era protagonista di un continuo saliscendi tra la serie A e la serie B.
Dirigente a soli 19 anni. Una scalata continua, la sua: direttore sportivo, direttore generale e poi - addirittura, per un anno e mezzo circa - presidente del Varese Calcio.
Monza, Como, Ravenna, Venezia, Atalanta e - infine - Sampdoria le successive tappe della carriera. La Genova blucerchiata come casa per otto lunghi anni. Sino ad ora.
Ricorda volentieri quando, alle dipendenze del Monza, ancora giovane andò a trattare con Boniperti la cessione di Casiraghi. Anche se l’ex presidentissimo della Juventus capì di avere di fronte un dirigente alle prime armi, lui non si fece intimidire. E riuscì a vendere il giocatore al prezzo prefissato. Quella fu una delle tante "perle" di mercato (ultime quelle di Cassano e Pazzini) della sua lunga carriera.
Spazio a Marotta, quindi. In senso fisico e operativo: a questo punto il "pluridecorato" Blanc dovrà lasciare qualcuna delle sue cariche e dei suoi impegni, liberando al nuovo arrivato i troppi spazi da lui occupati.

Dal "traghettatore" Zaccheroni al neopresidente del Liverpool (traghettatore pure lui) Martin Broughton: il primo scalda la panchina al prossimo allenatore della Juventus; il secondo ha il compito di condurre la società inglese nel delicato momento del passaggio di proprietà tra i vecchi e i nuovi gestori.
Cosa hanno in comune i due? Il nome di Rafael Benitez. A giorni potrebbe sbloccarsi la trattativa che condurrebbe il tecnico spagnolo alla guida della Juventus. Dalla riduzione del numero dei componenti dell’attuale staff che lo seguirebbero a Torino, alle richieste economiche e tecniche che ha presentato alla società bianconera sino ad arrivare alle difficoltà da superare per liberarsi dal Liverpool: una serie di pezzi che dovranno incastrarsi tra di loro. Dopo, e solo dopo, potrebbe avvenire il tanto atteso annuncio.
In caso contrario, si ripartirebbe con il "toto-allenatore". Un giochino che nella Torino bianconera - negli ultimi tempi - hanno imparato bene. Lo scorso anno era stato deciso di seguire la strada innovativa (ed economica) del "guardiolismo all’italiana"; ora, prendendo come riferimento Fabio Capello, quella del tecnico esperto.



La squadra? Andrà fortemente ritoccata, in (quasi) tutta la spina dorsale. Fermo restando le (probabili) conferme di Buffon e Chiellini, per l’undici titolare sono in ballo nomi per un centrale difensivo, per gli esterni, per un regista, una punta ed (almeno) un altro centrocampista. Non poco, per chi avrebbe dovuto vincere lo scudetto in questa stagione ed essere alla conclusione del quarto dei cinque anni utili per tornare ai massimi livelli. Nessun Ronaldihno costruito in casa, nessun giovane lanciato in prima squadra anche quando le condizioni di classifica lo avrebbero permesso. Se futuro ci sarà (e ci sarà), andrà comunque "ben pagato".

Contro un Bari ormai in vacanza, la Juventus cercherà di accaparrarsi altri tre punti utili per una rincorsa sempre più difficile (quasi impossibile) ai preliminari della prossima Champions League: (anche) il Milan, che ormai ha più poco da offrire a questo campionato, è stato sconfitto dal Palermo nell’anticipo di ieri. Visto il precedente interno contro il Cagliari, immaginare una vittoria nella gara odierna dei bianconeri non sembra un’eresia.
In una domenica apparentemente uguale alle altre.
Se non fosse che proprio oggi cade il 15° anniversario dell’addio di Andrea Fortunato. E questo non può che rendere diverso questo giorno.
Ciao Andrea.