Per la Juventus prima partita del 2010: anno nuovo vita vecchia?
Si riparte. Forse. Il maltempo non lascia tregua all’Italia: freddo, neve, gelo e pioggia (quasi) ovunque. Chissà quante partite si riusciranno a giocare nel giorno dell’Epifania: in caso di annullamento di qualche incontro riprenderebbe il solito tran tran, con rimbalzi di responsabilità tra amministrazioni comunali, società sportive e via dicendo, con il solo risultato di lasciare tutto come prima. Anzi: peggio. Così come si addice alle più classiche commedie all’italiana. Se agli incontri annullati nell’ultima giornata prenatalizia (quattro partite non giocate su dieci) se ne aggiungessero altri, si creerebbe una confusione che non farebbe che confermare l’immagine negativa (e decadente) che il campionato di serie A ha fornito al mondo sportivo (e non solo) negli ultimi anni. Consoliamoci: anche in Inghilterra, causa maltempo, sono state rinviate le semifinali di Carling Cup. Pur di giocare l’incontro odierno col Parma, tornando a casa nostra, quando non bastano i teloni a copertura del campo per la neve, vengono usate anche le aquile per impedire gli attacchi delle cornacchie alla ricerca di lombrichi: qui, invece, risalta la genialità all’italiana. Quando le cose si vogliono fare bene, le giuste soluzioni non mancano…
Il Milan avanti di un punto sulla Juventus è soltanto il frutto provvisorio di un distacco che potrebbe aumentare con il recupero della partita che i rossoneri non hanno potuto giocare a Firenze. Parma e Roma a due punti dai bianconeri sono la certezza di un pericolo reale che si sta avvicinando sempre più: se gli emiliani dovessero vincere, il sorpasso sarebbe cosa fatta. Aggiunto Toni all’attacco, resta da capire quanto potrà durare la rincorsa iniziata dai giallorossi guidati da Ranieri: l’entusiasmo e i risultati non mancano. A loro. Alla Juventus, quelli mancano da tempo.
Dal rombo al trapezio all’abiurato (e antiquato) 4-4-2, sino ad arrivare alla new entry del 4-4-1-1: ormai sono pochi gli schemi che mancano all’appello. Il più comune, quello dell’esonero dell’allenatore, ancora non è stato utilizzato.
Se gli errori di Ferrara sono evidenti, e con essi quelli (ancora più grandi) della società, al "nuovo arrivato" Bettega (a proposito, originale l’idea della sua presentazione alla stampa dopo più di trent’anni di Juventus) questi primi giorni da vicedirettore generale sono serviti per osservare da vicino sino a che punto i giocatori abbiano trasmesso il loro impegno a parole anche sul campo. Perché una porzione di responsabilità l’hanno pure loro. Prima di apporre correttivi alla rosa con qualche acquisto, si è reso necessario ritoccarla laddove alcuni elementi non davano le giuste garanzie: da Ariaudo (acerbo) a Molinaro (etichettato da "Marca" come lo zimbello della serie A) al probabile partente Tiago (bello senz’anima).
"Ferrara go home, Hiddink, Hiddink": anche a Jedda, in Arabia Saudita, all’arrivo dei giocatori bianconeri allo stadio per l’amichevole giocata a fine dicembre contro l’Al Ittihad, un centinaio di tifosi sauditi scandivano un coro che tramutava in parole quanto scritto sul web dalla gran parte del popolo bianconero italico. Manninger, per l’occasione, fu autore di una papera - si spera - "da contratto": visto i soldi ricevuti per una semplice amichevole, un goal del genere ci sta anche di prenderlo. A lui toccherà il compito di sostituire sino a metà gennaio Buffon. A Parma, in difesa, mancherà lo squalificato Cannavaro (Legrottaglie il sostituto). Fuori gioco Sissoko (Coppa d’Africa), Iaquinta (manca poco al rientro) e Camoranesi, qualche dubbio a centrocampo e in attacco. Dove Trezeguet sarà l’unica certezza: e meno male che in estate lo si voleva vendere…
La riapertura del calciomercato consegna al campionato squadre con volti nuovi (o quasi). Solo per citarne qualcuno: Suazo al Genoa, Beckham al Milan, Floccari alla Lazio, Felipe alla Fiorentina, Pandev all’Inter. Inter che proverà ad acquistare anche Kolarov ed intanto allunga le mani su Ranocchia. E manda Figo, in qualità di ministro degli esteri, a Dubai all’International Sports Conference. Intervento del portoghese, pancia in dentro e petto in fuori: "Io credo che sia meglio che i contratti vengano rispettati sino alla fine, altrimenti i danni per le società sono ingenti". Potenza di chi può parlare senza contradditorio, memoria corta di chi riporta con enfasi queste parole: per chi firmava due contratti per volta (Parma e Juventus, autunno 1994) e subiva squalifiche internazionali, discutere di regole simili suona un po’ strano…
Ore 15.00: si riparte. Forse. Alle 17.00 circa si avrà la certezza se si è trattato di una vera ripartenza o se si è iniziato il 2010 così come si era finiti il 2009: senza risultati positivi, alla ricerca disperata di punti, con la lacuna di un gioco che non si è (quasi) mai visto.