Jacobelli: "È l'Inter l'anti-Juve, ma occhio alla Roma. Bisogna ricordare al Palazzo che Conte è stato punito senza lo straccio di una prova"

Xavier Jacobelli, direttore editoriale di calciomercato.com, ha analizzato i temi della domenica calcistica sulle colonne di radioradio.it. Ecco il suo lungo commento:
E' l'Inter l'anti Juve. La vittoria sul Napoli rilancia prepotentemente i nerazzurri nella scia della capolista e toglie dai guai Stramaccioni che, a causa dell'autogol Sneijder segnato dalla società nel momento sbagliato, rischiava di avvitarsi su se stesso e di finire in caduta libera. Invece, Guarin e Milito hanno tolto il tecnico dai guai e ora l'Inter respira. Intanto, Antonio Conte torna in panchina dopo 122 giorni e trova la Juve piu' bella e piu' forte di prima. La vittoria di Palermo, firmata Liechsteiner, che ha significativamente dedicato il gol al proprio tecnico, ha chiuso alla grande una settimana trionfale per la capolista, esaltata dal colpo di Donetsk grazie al quale e' entrata negli ottavi di Champions League dalla porta principale. Conte confessa di avere vissuto quattro mesi di dolore e ne ha ben donde: basta leggere la motivazione della squalifica piu' che dimezzata dal Tnas, per rendersi conto che l'allenatore e' stato punito senza lo straccio di una prova e questo bisogna ricordarlo sempre al Palazzo che si preparara a confermare Abete per altri quattro anni. Cosi', la riforma della giustizia sportiva restera' una chimera, come la legge sugli stadi che la crisi politica e l'incipiente scioglimento delle Camere hanno definitivamente affossato dopo 4 anni e mezzo di agonia. D'altra parte, questo e' il tempo dei dinosauri. Prendete Berlusconi, per esempio: i suoi leccapiedi si ostinano a propalare la facezia secondo la quale, basta che il Cavaliere vada a Milanello e i rossoneri vincono. A parte il fatto che il presidente onorario era atterrato a Carnago anche prima di Zenit-Milan e sappiamo com'e' andata a finire, i meriti della terza vittoria consecutiva in campionato, centrata a Torino ancora in rimonta e del settimo posto in classifica sono tutti di Allegri, El Shaarawy, (gol n.13 in 16 gare, addirittura meglio del primo Van Basten rossonero) e degli altri giocatori rossoneri. E non credete nemmeno a Berlusconi quando dice che Balotelli sia irraggiungibile: disperatamente alla ricerca di nuovi consensi in politica, l'ex premier cerchera' di prendere SuperMario in ogni modo, anche a costo di svenarsi. Provare per credere. In attesa di sapere stasera se, come afferma Petkovic in uno slancio di ottimismo, la vera anti-Juve sia la Lazio, c'e' una squadra che merita ogni attenzione ed e' la Roma. La spettacolare vittoria sulla Fiorentina, la quarta consecutiva dopo la sconfitta nel derby, non soltanto ha consentito ai giallorossi di agganciare il quarto posto, ma costringe tutte le squadre in lizza per lo scudetto,la Champions League e l' Europa League a fare i conti con Zeman. Il quale Zeman, dopo le imbarcate prese nella prima parte della stagione, ha trovato la quadratura del cerchio. Bellissima dalla cintola in su (Totti e' in stato di grazia e ora, a quota 221 gol A e' a sole quattro lunghezze da Nordhal) ora la Roma ha imparato a coprirsi: lo testimoniano le sole 3 reti incassate negli ultimi 360 minuti e la crescita esponenziale di Marquinhos, classe 1994, talento purissimo. Il 4-2 patito sabato sera frustra le ambizioni di Montella, ma non intacca il giudizio largamente positivo sul lavoro dell'ex romanista che ha avuto il coraggio di sfidare Zeman in casa sua, ha perso la partita dopo un confronto leale ed entusiasmante, ma non ne esce ridimensionato. Invece, il campionato registra la progressiva autodisintegrazione del Genoa piccolo piccolo, la cui vittoria a Bergamo era stata tanto casuale quanto immeritata: tant'e' vero che anche il Pescara di Bergodi (prima vittoria) ne ha approfittato. La zona salvezza e' magmatica: grazie a Paloschi (4 gol nelle ultime 2 partite), il Chievo sprizza salute da tutti i pori; Cagliari e Siena hanno ricominciato a soffrire, ma lo sapevano sin dall'inizio. Non sa che cosa sia la sensibilita', il signor Gennaro Palazzino. Chi era costui? Ma e' l'arbitro di Vicenza-Livorno: ha ammonito Paulinho, reo di avere mostrato la scritta "Ciao, Moro", dopo avere segnato ai veneti. Piermario Morosini aveva giocato sia nel Vicenza sia nel Livorno. Tutto il pubblico ha applaudito il gesto di Paulinho, l'arbitro no. L'arbitro gli ha mostrato il cartellino giallo, a norma di regolamento. Un gesto ottuso, ma siamo sicuri che Nicchi e Braschi assolveranno lo zelante Palazzino. L'importante e' non vedere gol netti e rigori sacrosanti. Ciao, Moro. E perdonali, se puoi: non sanno quello che fanno.