GIUSTIZIA CERCASI

02.10.2012 09:05 di  Enrico Fattizzo   vedi letture
GIUSTIZIA CERCASI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Oggi si dovrebbe esprimere il Tnas sulla vicenda Conte. Forse in via definitiva. E' fondamentale fare un'analisi ampia sulla sua vicenda giudiziaria (parliamo di giustizia sportiva) e sugli insegnamenti che si possono trarre e ai quali è necessario garantire un futuro da un punto di vista dell'ordinamento e delle sue regole. In un primo momento il mister juventino era accustao in relazione a due episodi di omessa denuncia per le gare disputate dal suo Siena contro il Novara e l'Albinoleffe. La prima sembrava la più grave, la più difficile da smontare. Palazzi concorda con gli avvocati di Conte un patteggiamento, che nella stragrande maggioranza dei casi viene accettato, ma, nella fattispecie, la Disciplinare lo boccia...e allora Palazzi decide di calcare la mano e chiede ben 15 mesi di squalifica per Conte. La condanna sarà di 10 mesi perché Carobbio è ritenuto assolutamente credibile.

In secondo grado la Corte Federale smentisce Palazzi e assolve Conte per la gara con il Novara. Carobbio non è più credibile tout court... In questo modo viene minata l'architrave del sistema imperniato sui pentiti (o presunti tali...) che porta a conseguenze assurde: un calciatore si vende per anni e poi si "pente", fa dei nomi sapendo di rischiare poco stante la difficoltà enorme dei chiamati in causa nel dimostrare la falsità delle sue accuse, e prende una pena minore rispetto a coloro che ha accusato e che, magari, sono anche innocenti. Non bastava l'obbrobrio giuridico e, vieppiù, logico e morale, del principio dell'inversione dell'onere della prova che, anche alla luce delle problematiche inerenti la possibilità di produrre ed esibire le prove, da parte dell'accusato, oltre alla ristrettezza dei tempi, porta quasi inesorabilmente alla condanna di chiunque dovesse essere tirato in ballo da chicchessia.

Comunque, tornando al caso di specie, la Corte Federale conferma i 10 mesi a Conte anche se si passa da due "reati" a uno solo. E molti si chiedono il perché...

Sul piano morale (nell'accezione etimologica ovvero di costume), se si rinunciasse ad una buona dose di ipocrisia, si dovrebbe dire che pretendere da un allenatore che vada a sporgere denuncia nei confronti del proprio Presidente, o dei ragazzi con i quali ha sudato, sofferto, anelato per tanto tempo, significa chiedere tanto... Questo per dire che non si possono accettare le tesi "stupidamente" moralistiche che ravvisano un fatto molto grave in tale atteggiamento. Al contrario, sarebbe grave se l'allenatore accettasse tale situazione, non la stigmatizzasse e non facesse niente per dissuadere i promotori.

Pertanto, sul piano della giustizia sportiva, l'omessa denuncia stricto sensu sarebbe da abolire; invece, al suo posto, si dovrebbe condannare l'acquiescenza.

E comunque, rimanendo nell'alveo dell'attuale (in) giustizia sportiva, ci si chiede come si possa condannare l'allenatore per omessa denuncia e risparmiare tutti gli altri presenti (i giocatori). E, soprattutto, ci si chiede come si possa invocare il principio "non poteva non sapere" per Conte in merito al comportamento del suo collaboratore Stellini, ma non per Mondonico, allenatore di quell'Albinoleffe, in relazione al comportamento, poi sanzionato, del suo collaboratore Poloni.

Basterebbero questi due aspetti per scardinare l'impianto accusatorio...

E allora, anche rifuggendo l'ipotesi del complotto, sorgono dei dubbi: ci si chiede perché succede sempre alla Juve... E' forse sbagliato pensare che se Conte non fosse stato l'allenatore della Juve le cose avrebbero preso un'altra piega? E' infondato pensare che, infierire sui potenti, sui famosi, sui più forti, possa solleticare le velleità di alcune persone in termini di visibilità e di notorietà? In fondo, stiamo parlando sempre di esseri umani con le loro virtù ed i loro vizi...E lasciamo stare le battaglie della Juve contro la Figc o altre questioni assimilabili. E fa specie che qualcuno possa  rallegrarsi della riconferma di Palazzi per altri 4 anni. Non mi sembra che Palazzi esca da trionfatore dall'agone di Scommessopoli...

E d'altro canto, cosa ci si poteva aspettare da una Federazione che dopo un anno si dichiara incompetente in merito alla possibile revoca dello "scudetto degli onesti, ma prescritti" assegnato all'Inter? Gli scandali si succedono, ma la Federazione è sempre salda, negli uomini come nei princìpi. E, oltre a Palazzi, naturalmente, vengono confermati anche gli altri vertici della in(giustizia) sportiva.

Tornando a Conte, si pensi solo per un attimo alla possibilità che sia innocente. Se dovesse essere confermata la squalifica, inevitabilmente, la sua carriera ne risentirebbe (a livello di immagine e non solo). E allora si può accettare che una carriera che, peraltro, si prospetta esaltante, venga subito inficiata se non ostacolata o addirittura stroncata? E tutto questo in ossequio ad un procedimento sommario e indiziario fondato sul "non poteva non sapere"? E se in passato gente come Del Piero, Totti, Maldini, Baresi, Zanetti, Ronaldo, Zidane, ecc. fossero stati ingiustamente accusati e condananti sommariamente per illecito sportivo ad una pena di 3 anni (o anche più)? Forse la loro carriera avrebbe seguito una traiettoria diversa. Probabilmente, la storia del calcio avrebbe perso gli autori ed artefici di pagine memorabili e tutti noi avremmo vissuto con un bagaglio di emozioni più povero. E non parliamo delle conseguenze tragiche per gli sfortunati protagonisti.

E' giusto? E' tollerabile? Non più.

La giustizia sportiva deve essere assolutamente riformulata. E non ci si trinceri dietro il paravento delle esigenze di celerità (i campionati che devono partire et similia): la verità e la giustizia prima di tutto. Altrimenti si rischia un'altra Calciopoli: si condanna qualcuno velocemente e si va avanti convinti di aver fatto pulizia; poi, però,  giungono le novità, le intercettazioni celate, i "presunti onesti" che la fanno franca grazie alla prescrizione, la consapevolezza che la situazione è addirittura peggiorata, ecc. Qualcuno potrebbe obiettare che gli juventini scoprono adesso le storture di questo sistema perché c'è di mezzo il loro allenatore. Potrebbe essere, ma la sostanza non cambia. Il dato di fatto rimane: la massima in dubio pro reo non è solo un principio giuridico (giustizia ordinaria), ma anche morale, logico, che si attaglia a tutte le situazioni della vita. Non si può condannare una persona senza averne le prove. E non può esserci ordinamento alcuno che possa sottrarsi a tale regola di diritto naturale direbbe qualcuno. Pertanto, anche la giustizia sportiva deve uniformarsi senza indugio.

Sorprende, e non poco, la posizione di tanti opinionisti (anti-juventini) che sostengono l'assurdità della tesi del complotto ai danni della Juve in quanto Conte allenava il Siena all'epoca dei fatti contestati. Ora, aldilà della reputazione e dell'immagine che non dovrebbe essere scalfita (proprio perché la Juve non c'entra), se Conte viene squalificato, chi subisce il danno (e che danno...)? La Juve of course...Mi sembra anche abbastanza elementare. Ergo, da tale punto di vista, la tesi che, respingendo l'ipotesi della casualità, fa balenare quella di un'operazione volta a danneggiare ancora una volta la Juve, giusta o sbagliata che sia, regge, eccome se regge...