Dossier illegali, motivazioni sentenza: per Vieri ansia e sofferenza psico-fisica

04.09.2012 14:34 di  Daniel Moretti   vedi letture
Dossier illegali, motivazioni sentenza: per Vieri ansia e sofferenza psico-fisica
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© foto di Federico De Luca

Bobo Vieri ha subito ''un'indebita intromissione nella propria sfera privata'' che gli ha causato ''uno stato di disagio, malessere, ansia e sofferenza psico-fisica''. E' un passaggio delle motivazioni della sentenza con cui il giudice di Milano Damiano Spera ha condannato l'Inter e Telecom al risarcimento di 1 milione di euro a favore dell'ex attaccante nerazzuro per la vicenda dello 'spionaggio' ai suoi danni messo in atto dalla security di Telecom quando era guidata da Giuliano Tavaroli.

'Le prove testimoniali - scrive il giudice della decima sezione del Tribunale civile di Milano - hanno comprovato che l'apprendimento della notizia di aver subito una rilevante violazione della propria vita privata ha comportato'' per Vieri, che nella causa e' assistito dall'avvocato Danilo Buongiorno, ''una indubbia sofferenza''. Secondo il magistrato, ''tale circostanza appare del resto verosimile in quanto puo' ritenersi massima di comune esperienza che un'indebita intromissione nella propria sfera privata da parte di soggetti estranei, tanto piu' quando viene effettuata in modo subdolo e con modalita' illecite, ingenera nella vittima uno stato di sofferenza''. Del resto, si legge ancora nelle motivazioni, anche la perizia medica sulle condizioni dell'ex attaccante stilata da due esperti (Vieri aveva detto di soffrire di insonnia e di una forma depressiva da quando aveva saputo di essere stato spiato e pedinato) ''ha confermato uno stato di disagio, malessere, ansia e sofferenza psico-fisica che, sebbene inidoneo a comprovare la lesione (temporanea e permanente) del diritto alla salute, integra il danno non patrimoniale in esame''. All'ex bomber, infatti, che aveva chiesto alla Telecom e all'Inter in totale oltre 21 milioni di euro di danni, non sono stati riconosciuti il danno patrimoniale e il ''danno non patrimoniale da lesione del bene salute'', ma quello ''non patrimoniale da lesione del diritto alla privacy''. Ai fini della liquidazione del danno, chiarisce il giudice nella sentenza, ''deve altresi' tenersi conto della durata dell'attivita' illecita delle convenute (Inter e Telecom, ndr), protrattasi per circa 4 anni e dell'enorme (acclarato) effetto mediatico che ha certamente aggravato lo stato di inquietudine e di ansia dell'attore''.